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Pensione anticipata contributiva a 64 anni: l’opportunità che non tutti conoscono, ma è davvero vantaggiosa?

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Pensione anticipata contributiva a 64 anni. Chi può congedarsi con tale opzione? È conveniente? Tutti i dettagli della disciplina.

Congedo dal lavoro a 64 anni e con una contribuzione minima di 20 anni ed un assegno mimino pari a 2,8 volte l’assegno sociale, cioè 1.313,28 euro al mese.

Foto Canva

È questa la soluzione per la quale sembra orientato il Governo e che verrà ufficialmente presentata in occasione della XIII edizione del Festival del Lavoro, organizzato dal Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro e dalla sua Fondazione Studi, che si terrà a Bologna dal 23 al 25 giugno 2022.

Un’uscita dal lavoro anticipata per tutti, con un requisito anagrafico inferiore rispetto a quello attuale di 67 anni ed un requisito contributivo meno gravoso rispetto a quello per la pensione anticipata ordinaria (cioè 42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni per le donne). Non tutti, però, conoscono la possibilità di accedere alla pensione anticipata contributiva, prevista dall’art. 24 comma 11 del D.L. n. 201/2011.

Leggi anche: “Pensione anticipata con legge 104: le possibilità per smettere di lavorare e l’età richiesta“.

Pensione anticipata contributiva: chi può richiederla?

La pensione anticipata contributiva è un’opportunità che spetta ai lavoratori assicurati presso le Gestioni previdenziali INPS, senza, però, versamenti al 31 dicembre 1995. Per tali soggetti, infatti, il calcolo della pensione avviene tramite il solo sistema contributivo, cioè sulla base dei soli contributi versati e sull’età al momento del congedo.

Il metodo di calcolo contributivo, però, comporta una penalizzazione sull’assegno pensionistico. La penalizzazione, tuttavia, non è fissa, perché la somma finale dipende dall’intera vita lavorativa del pensionato. In ogni modo, per i lavoratori privi di contribuzione prima del 1996, che optano per la pensione anticipata a 64 anni, l’importo della pensione raramente supera la soglia dei 1.313, 28 euro al mese.

Pensione anticipata contributiva per gli iscritti alla Gestione Separata INPS

I criteri della pensione anticipata contributiva per coloro che hanno contributi INPS prima del 1996, invece, sono differenti.

Tali lavoratori, infatti, possono scegliere tale tipo di pensionamento senza il calcolo dell’importo con il sistema contributivo, ma solo tramite il computo presso la Gestione Separata INPS. A tale gestione sono iscritti i liberi professionisti senza cassa di categoria, i parasubordinati ed alcuni lavoratori “atipici”, come, ad esempio, quelli retribuiti con Contratto di Prestazione Occasionale o con Libretto Famiglia.

L’utilizzo di tale sistema di calcolo, però, ha delle conseguenze molto svantaggiose per i contribuenti. Comporta, infatti, nella maggior parte dei casi, una penalizzazione sull’importo della pensione, rispetto a quella spettante con il calcolo misto (cioè retributivo fino al 31 dicembre 1995 e contributivo per il resto) al quale avrebbe avuto diritto.

Dunque, tale opzione non è per nulla più conveniente del calcolo tramite sistema contributivo.

I presupposti per il computo

I requisiti per scegliere il computo presso la Gestione Separata sono i seguenti:

  • 15 anni di contributi INPS complessivi, di cui:

– minimo 5 versati dal 1° gennaio 1996;

– almeno un contributo (ma meno di 18 anni) al 31 dicembre 1995;

– almeno un mese di versamenti (cioè un contributo mensile) presso la Gestione Separata.

Nel computo confluiscono tutti i contributi (obbligatori, figurativi, volontari e da riscatto) versati dal lavoratore al momento del pensionamento, perché il computo parziale (ossia solo di alcuni periodi) non è permesso.

La Circolare INPS n. 184/2015, poi, specifica che lo strumento può essere utilizzato anche se il lavoratore ha già maturato il diritto alla pensione in un’altra Gestione o se è già titolare di un trattamento pensionistico.

Computo e riscatto della laurea: sono compatibili?

La scelta del computo deve essere esercitata solo al momento del pensionamento. Dunque, se il richiedente ha intenzione di effettuare il riscatto agevolato degli anni di laurea (previsto dall’art. 20, comma 6, del D.L. n. 4/2019), dovrà chiedere il riscatto contemporaneamente al computo e, cioè, alla domanda di pensione.

Se, infatti, si chiede il riscatto della laurea attraverso il sistema contributivo, non sarà più consentito il computo. La Circolare INPS n. 6/2020, a tal riguardo, sottolinea che, in seguito al pagamento della prima rata del riscatto, il contributivo diventa definito.

Calcolo della pensione con sistema contributivo

Per quanto riguarda il calcolo dell’assegno pensionistico tramite il sistema contributivo, per i periodi fino al 31 dicembre 1995, il montante, detto montante virtuale non si basa esclusivamente sui reali versamenti effettuati, ma sulle medie di contribuzione.

Per determinare il montante, comunque, si prendono in considerazione le aliquote applicabili presso ciascuna Gestione previdenziale alla quale il lavoratore è o era iscritto.

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