Pensione di vecchiaia e di invalidità sono due erogazioni di natura diversa ma non sono necessariamente incompatibili.
Per maturare queste forme assistenziali e/o previdenziali, però, servono ovviamente requisiti diversi. Ad oggi, secondo le normative – in attesa di Riforma – per ottenere la pensione di vecchiaia servono almeno 20 anni di contributi lavorativi. La pensione di invalidità viene concessa ai soggetti disabili.
Una persona invalida può chiedere di ricevere l’assegno pensionistico all’INPS, ma devono sussistere determinate condizioni. Il soggetto deve essere inabile al lavoro e avere “difficoltà economiche”. Per certificare le suddette situazioni, il disabile deve passare delle visite programmate da una speciale Commissione, che fa capo sempre all’INPS.
Tuttavia la domanda può essere presentata da cittadini invalidi che hanno un’età compresa tra i 18 e i 67 anni. Dopo questa età, la pensione di invalidità trasforma la sua natura diventando un “assegno sociale sostitutivo”. In teoria, dunque, un disabile in età da pensione di vecchiaia fa ancora in tempo a chiedere la prestazione per l’inabilità al lavoro.
Essendo la pensione di invalidità un aiuto economico rivolto a determinate categorie reddituali, uno dei requisiti per poterla ottenere è il tetto massimo di reddito. Ad oggi, questo è fissato in 16.982,49€. Dunque se un pensionato non supera questa cifra può fare la richiesta e ottenere l’assegno di invalidità. Ricordiamo che per reddito si intende tutto ciò che è soggetto a tassazione e quindi non solamente la rendita della “classica” pensione di vecchiaia.
Talvolta però, come riporta la scheda informativa del sito ufficiale dell’INPS, in casi eccezionali l’assegno di invalidità può essere arricchito da una maggiorazione.
Oltre al tetto reddituale, per ottenere anche la pensione di invalidità, il soggetto disabile deve dimostrare di vivere nel territorio italiano in modo stabile. In caso di soggetti extracomunitari, avere il permesso di soggiorno da almeno un anno.
L’importo dell’assegno di inabilità viene regolamentato e aggiornato secondo il costo della vita. Ad oggi, esso è contemplato in una cifra mensile di 287€ circa. Infine, ricordiamo che viene corrisposto per 13 mensilità.
In conclusione, i due tipi di erogazione economica non sono incompatibili, se tutti i parametri richiesti vengono soddisfatti. Una volta che la domanda è stata accolta, l’INPS provvederà a versare l’assegno già dal mese successivo alla richiesta.
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