Conto corrente con pochi soldi? Assurdo, oltre al danno anche la beffa con multa fino a 6.197 euro

Chi possiede un conto corrente deve prestare molta attenzione, perché se non si hanno soldi si rischia una multa molto elevata.

Una sanzione di ben 6.197 euro. Ecco qual è il pericolo per chi ha un conto corrente personale ma non possiede un patrimonio da versarvi.

Conto corrente con pochi soldi
Foto Adobe Stock

Si tratta, dunque, di un vero e proprio problema che potrebbe interessare tutti coloro che, purtroppo, non hanno soldi da versare sul conto corrente intestato. Per evitare tutti i fastidi legati a tale vicenda, dunque, è bene fare molta attenzione.

Conto corrente: cosa fa la banca se non c’è sufficiente liquidità?

Se viene emesso un assegno sul quale è riportata una cifra più elevata rispetto alla reale liquidità disponibile sul conto corrente, possono sorgere dei seri problemi. L’Istituto di Credito, infatti, è costretto ad inviare una prima notifica alla banca del creditore e, poi, allo stesso creditore.  Nella comunicazione, dunque, è specificata la data entro la quale il debitore deve versare sul conto corrente l’importo necessario per sopperire alla mancanza di denaro.

Bisogna, però, sottolineare come la situazione varia a seconda del tipo di assegno. Ad esempio, nell’ipotesi di assegno circolare, il correntista gode sempre di una copertura, perché la firma proviene dalla banca stessa. Nell’ipotesi, invece, di assegno bancario, l’Istituto di Credito non può pagare se sul conto corrente del debitore non c’è un importo sufficiente a coprire l’intero versamento.

Leggi anche: “Come evitare il pignoramento del conto corrente e il fermo dell’auto con questa soluzione quando non ci sono i soldi“.

In quali ipotesi sono previste le multe e quali conseguenze comportano

Cosa succede se il debitore non può incrementare la liquidità sul proprio conto corrente? Se, dopo la prima comunicazione da parte della banca, l’interessato non si attiva per coprire i fondi, la banca invia una seconda notificazione. Nel caso in cui neanche tale ulteriore tentativo abbai esito positivo, si procede con l’atto pubblico da parte di un notaio o di un pubblico ufficiale.

Con tale atto, dunque, è confermato il mancato versamento della cifra indicata sull’assegno e, quindi, si effettua l’iscrizione all’interno del Registro Informatico dei Protesti. Con quest’ultima attività, così, si possono irrogare le sanzioni, che vanno da un minimo di 516 euro ad un massimo di 6.197 euro.

In aggiunta alla multa, la disciplina prevede anche la sospensione del diritto ad emettere assegni bancari e postali di importo superiore a 2.582 euro, per un lasso di tempo che va dai 2 ai 5 anni. Infine, è stabilita l’iscrizione presso la cd. Centrale Rischi. Cosa significa? Che, per il debitore, sarà impossibile effettuare richiesta di mutui o finanziamenti di ogni tipo. Se, infine, l’importo dell’assegno è particolarmente elevato (cioè superiore di 50.000 euro), al correntista sarà negata l’opportunità di poter intraprendere e svolgere qualsiasi tipologia di attività imprenditoriale.

Attenzione, dunque, a controllare periodicamente la disponibilità sul proprio conto.

Lascia un commento


Impostazioni privacy