Il reddito universale europeo è una misura europea che spetta a tutti i cittadini degli Stati membri per garantire un aiuto economico.
In realtà si tratterebbe di un’ennesima misura di sostegno destinate alle famiglie e ai cittadini. In questi anni ce ne sono state molte a partire dal reddito di cittadinanza fino al reddito di emergenza stanziato dal Decreto Rilancio. Quest’ultima misura, erogata durante l’emergenza sanitaria a causa della pandemia da Covid-19, quest’anno non è stata rinnovata dal Governo Draghi.
Invece, il reddito universale europeo (o di base) è una misura di sostegno su iniziativa della Commissione europea. Si tratterebbe di un bonus di 640 euro da erogare a tutti i cittadini degli Stati membri. Tra l’altro senza la presentazione di ISEE.
Era previsto che tale bonus fosse erogato a giugno, nello specifico il 25 giugno. Ma sarà davvero così? Probabilmente no o almeno non a giugno. Questo perché in realtà il reddito universale europeo è solo una proposta della Commissione europea. Pertanto, come tale potrebbe rimanere solo sulla carta.
Quindi, la data “25 giugno” si riferisce non all’erogazione del bonus, ma alla scadenza entro la quale bisognerà raggiungere un milione di firme. Raggiunto il numero delle firme, sarà proposto un referendum. Ma prima che il reddito universale europeo venga approvato si dovranno aspettare anche i decreti attuativi.
Pertanto, sembra impossibile che tale misura possa essere erogata in tempi così brevi. Senza contare il costo elevato che gli Stati dovrebbero sostenere per dare a tutti i loro cittadini una somma così consistente.
Nel caso in cui la misura fosse approvata, bisogna subito dire che l’importo di 640 euro al mese per tutti senza ISEE è solo un’ipotesi. Nonostante tale cifra sia diffusa in rete, come detto in precedenza, il reddito universale europeo non ha ancora una normativa.
La cifra è calcolata sulla base della retribuzione media mensile di ogni singolo Stato europeo. A questa si deve calcolare il 60%. Quindi il risultato per l’Italia è 640 euro senza ISEE. Per la certezza bisognerebbe aspettare che la proposta diventi legge, come prima si devono raggiungere un milione di firme.
A tal proposito, l’Italia ha raggiunto circa il 90% delle firme. Questo perché sono molte le famiglie che, a causa dei rincari, sperano in un contributo mensile sicuro. Contributo che però potrebbe anche non arrivare.
Insomma, il percorso è ancora lungo e quindi non resta che aspettare. Nel frattempo, è possibile firmare la proposta sul sito dell’Unione europea. Per farlo è necessario inserire il Paese in cui si ha la cittadinanza, il nome e il cognome, il numero della carta di identità e confermare la dichiarazione di riservatezza.
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