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Finanza

Bancomat e prelievo agli ATM: troppe commissioni da pagare, le banche si rifanno sui clienti

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L’Antitrust si prende ancora sei mesi di tempo per verificare la situazione venutasi a creare con la proposta di Bancomat S.p.A.

L’istruttoria è stata aperta dato il rischio di trasparenza delle commissioni che potrebbero mettere a rischio la concorrenza sul mercato a danno dei consumatori.

Alla luce delle nuove regole sui prelievi in contanti, l’Antitrust a dicembre 2020 ha avviato un’istruttoria nei confronti di Bancomat S.p.A. La società che gestisce il circuito Bancomat ha infatti proposto un nuovo sistema di commissioni da applicare a chi preleva contante tramite gli sportelli ATM. Chi effettua prelievi in una banca diversa dalla propria, rischia commissioni fuori misura rispetto a quelle degli sportelli ATM a cui fa capo il proprio conto.

Per questo motivo l’autorità per la concorrenza ha deciso di prorogare fino al prossimo 31 ottobre 2022 la conclusione del procedimento avviato nel dicembre 2020. Le nuove regole stabiliscono la commissione interbancaria sia sostituita da una somma applicata al prelievo direttamente all’istituto di credito dove è collocato l’Atm. Questo modo di procedere risulta poco affidabile dal punto di vista di trasparenza e costi. Già oggi la banca dello sportello Atm, ottiene dalla banca emittente il pagamento di una commissione interbancaria da 0,50 euro.

Bancomat e prelievo agli ATM: le banche tentano di rifarsi sui clienti

La commissione è data dalla necessità di compensare il denaro prelevato dal titolare del conto dalla liquidità di un’altra banca. La svolta per evitare questo tipo di costi sarebbe un accredito direttamente al titolare della carta definita in autonomia dalla banca proprietaria dell’Atm comunicandola al cliente prima che questi autorizzi l’operazione di prelievo.

A oggi gli sportelli Atm sono diffusi in modo disomogeneo sul territorio; spesso ci sono comuni con un solo sportello. In questo contesto ogni banca può applicare una differenza approfittando della disparità del servizio. In zone a basso reddito pro capite i servizi bancari come gli uffici e gli Atm sono poco diffusi se non assenti.

Proprio su questo aspetto ha deciso di indagare l’Antitrust, per valutare se le nuove regole di circuito possano configurarsi nel contesto italiano senza restringere o falsare la concorrenza. In considerazione della differente estensione della rete di sportelli Atm la decisione attuale coglie impreparato il legislatore. L’autorità a protezione del consumatore deve riuscire a mediare e contestualizzazione la decisione; questa sembra un passo indietro rispetto alla volontà di aumentare e diffondere i servizi e l’uso dei pagamenti digitali.

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