Opzione Donna: pensione in anticipo anche con lavoro part-time ma l’importo dell’assegno non è scontato

Opzione Donna è un sistema ideato per consentire la pensione anticipata alle lavoratrici dipendenti ed autonome. Ma è possibile anche per coloro che lavorano part-time?

La Legge di Bilancio 2022 ha prorogato Opzione Donna, lo strumento che permette alle lavoratrici che abbiano maturato tutti i requisiti previsti dalla legge entro il 31 dicembre 2021, di andare in pensione in anticipo. Inoltre, con il messaggio n. 169/2022, l’INPS ha chiarito tutte le informazioni utili per usufruire di tale misura.

opzione donna
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I dubbi relativi all’Opzione Donna riguardano soprattutto la possibilità di estendere tale beneficio anche alle lavoratrici con contratto part- time, in ragione del fatto che il metodo contributivo per il calcolo dell’assegno comporta una riduzione notevole dell’importo. Ecco tutti i dettagli.

Opzione Donna: valgono gli stessi requisiti per il part- time?

In merito ad Opzione Donna, una Lettrice ha sollevato il seguente quesito:

Buongiorno, lavoro presso una scuola statale come assistente amministrativo in Segreteria a tempo indeterminato, con contratto part- time orizzontale di 30 ore settimanali di servizio. Ho 57 anni (sono nata nel maggio 1965) e vorrei sapere se, nel 2025, con 59 anni d’età e 35 anni di servizio e contributi, potrò andare in pensione tramite Opzione Donna. Il mio dubbio è legato al fatto che il lavoro part- time non copre tutto il periodo contributivo, attualmente necessario come requisito per accedere alla pensione. In attesa di un vostro riscontro, cordiali saluti.”

L’Opzione Donna permette alle donne lavoratrici di andare in pensione in anticipo, ma con un calcolo dell’importo pensionistico completamente tramite il sistema contributivo.

Per quanto riguarda il lavoro part- time, purtroppo, tale sistema determina degli effetti negativi sulla cifra spettante; con la pensione di vecchiaia standard, invece, il calcolo avviene sulla base di un meccanismo misto, infatti gli anni precedenti al 1996 vengono calcolati con il retributivo.

Pensione anticipata: tutti i requisiti

Opzione Donna è un “regime sperimentale” che permette, alle lavoratrici che posseggono tutti i requisiti determinati dalla legge, di andare in pensione anticipatamente, rispetto all’età attualmente prevista, ossia 67 anni.  Le condizioni per poter usufruire di tale possibilità sono:

  • l’iscrizione all’assicurazione generale obbligatoria, con contributi al 31 dicembre 1995 (non possono utilizzare Opzione Donna, invece, coloro che sono iscritte alla Gestione Separata INPS);
  • il compimento dei 58 anni d’età per le lavoratrici dipendenti e dei 59 anni per le lavoratrici autonome. È necessario, però, che l’interessata sia nata entro il 31 dicembre 1960;
  • la maturazione di almeno 35 anni di contribuzione.

Dal momento i cui si maturano tutti i requisiti, bisogna attendere per un determinato periodo di tempo (cd. finestra) prima dell’erogazione della pensione. Tale finestra è di 12 mesi per le dipendenti e 18 mesi per le autonome. Per le lavoratici del settore scolastico, invece, bisogna attendere il 1° settembre di ogni anno.

Tutte le lavoratrici che hanno raggiunto i requisiti entro il 31 dicembre 2021 possono presentare domanda per Opzione Donna. È importante ricordare, inoltre, che la legge prevede la “cristallizzazione” del diritto, cioè, una volta maturato, esso può essere goduto anche successivamente.

Come funziona tale sistema?

L’importo della pensione viene calcolato interamente attraverso il metodo contributivo, cioè si valutano solo i contributi maturati e vengono adottati i coefficienti di trasformazione in base all’età; in questo modo viene convertito il montante contributivo in pensione.

Tale sistema, purtroppo, comporta degli svantaggi e delle penalizzazioni economiche, con un taglio che può arrivare anche al 30%. È innegabile, dunque, che la pensione anticipata sia un beneficio, soprattutto nel caso in cui le lavoratrici abbiano particolari esigenze, ma è necessario valutare attentamente tale possibilità e capire, effettivamente, quali possano essere tutti i pro e tutti i contro.

Conviene andare in pensione con Opzione Donna se si lavora part- time?

Quali sono, dunque, le conseguenze sull’assegno pensionistico del contratto di lavoro part- time? In relazione alla maturazione del diritto alla pensione (anzianità contributiva), nell’ambito pubblico, gli anni in cui si lavora part- time sono contati per intero. Invece, in relazione all’importo finale, la cifra diminuisce se si applica il calcolo contributivo, mentre non c’è alcun tipo di penalizzazione nell’ipotesi di calcolo con sistema retributivo.

È bene evidenziare che i lavoratori part- time possono aumentare l’importo dell’assegno pensionistico attraverso il versamento dei contributi volontari.

Infine, Opzione Donna è uno strumento che stato rinnovato fino al 31 dicembre 2022, dunque, non è possibile sapere in anticipo che verrà prorogato fino al 2025.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, inviala alla mail: esperto.informazioneoggi@gmail.com

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