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Economia

Reddito di cittadinanza: cosa succedere dopo 18 mesi e cosa fare per non perdere i soldi della ricarica

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Il Reddito di cittadinanza è un sussidio a favore di cittadini in stato di bisogno, ma dopo 18 mesi scade. È possibile rinnovarlo?

Finalizzato all’inserimento lavorativo molti lo confondono con la pensione di cittadinanza, assegno da utilizzare per la spesa alimentare. In realtà questa misura è nata con l’intento di supportare e aiutare le persone che avevano perso il lavoro ad attivarsi per trovarne un altro. Almeno così era stabilito dal decreto-legge n.4/2019.

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Quindi ritenuto una misura per la ricerca attiva di un lavoro il reddito di cittadinanza può essere pignorabile perché l’assegno è considerato al pari di uno stipendio. Lo stabilisce il Tribunale di Catania (sentenza n.1450/2022).

Reddito di cittadinanza: come fare il rinnovo dopo la scadenza 18 mesi

Spesso al centro di polemiche, a maggio molti beneficiari resteranno senza sussidio. Questo perché la normativa prevede che il reddito sia valido per 18 mesi. Ma è possibile rinnovarlo? La risposta è affermativa.

Infatti, il Reddito di cittadinanza non ha un limite temporale, ma bisogna rinnovare la domanda dopo 18 mesi e poi dopo altri 18 (36 mesi). Al momento non esiste un limite per il rinnovo. Però tra l’ultima ricarica e quella successiva ci sarà un mese di sospensione: maggio appunto. La sospensione è dovuta all’acquisizione della nuova domanda e al controllo della stessa.

Per rinnovare il Reddito di cittadinanza per altri 18 mesi, oppure 36 mesi, bisogna presentare una domanda online accedendo con le credenziali SPID, CIE oppure CNS:

  • al seguente indirizzo www.redditodicittadinanza.gov.it;
  • sul sito INPS: https://www.inps.it/prestazioni-servizi/reddito-di-cittadinanza-e-pensione-di-cittadinanza.

Inoltre, è possibile rivolgersi anche a CAF, patronati o uffici postali.

Al momento dell’invio della domanda controllare che i requisiti economici indicati sul modello ISEE (che va rinnovato ogni 6 mesi) siano validi; verificare se negli ultimi 12 mesi uno o più componenti del nucleo familiare non si siano dimessi da un rapporto di lavoro (in questo caso andrebbe segnalato nella domanda) e che i redditi del nucleo familiare non siano variati rispetto all’ISEE presentato.

Una volta inviata la domanda, si potrà controllare lo stato sul sito dell’INSP all’indirizzo Internet indicato in precedenza. Bisognerà cliccare su liste domande ed esiti nel menu a sinistra.

Dopo il rinnovo il primo pagamento arriverà il 15 del mese successivo alla data di presentazione della domanda. Ma la ricarica potrebbe avvenire anche in ritardo

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