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Vacanze di Pasqua: ridotte di quasi due terzi, incredibile quello che sta succedendo

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Per Pasqua sono solo il 38% degli italiani che rispetto al 2019 partiranno per le vacanze.

Nonostante questo e le prospettive peggiori per l’estate, gli economisti di Bloomberg ritengono che l’Italia ce la farà.

La priorità del Paese è in questo momento l’approvvigionamento e quindi la dipendenza da gas e petrolio russo. Le ferie degli italiani sono una parte importante di quel flusso di capitale tramite cui il Paese può sostenere uno dei settori trainanti dell’economia italiana.

In uno scenario in cui la durata della guerra si trascinasse fino a luglio Confindustria ha stimato una diminuzione della crescita stimata per il 2022 di 1,9 punti percentuali. Lo scenario peggiore date il ritmo dell’economia attuale, prevede quindi un calo del Pil dello 0,2% nel primo trimestre e dello 0,5% nel secondo. Una recessione tecnica con effetti piuttosto limitati sul medio periodo.

Vacanze di Pasqua ridotte di quasi due terzi: gli scenari per l’economia italiana

Il caso base, di una lunga guerra di logoramento, prevede prezzi del petrolio a 120 dollari al barile e gas in aumento a 130 euro per megawattora. Ma la variabile peggiore, in caso di interruzione delle forniture, può portare il valore del greggio ai circa 200 dollari al barile.

Il pool di economisti di Bloomberg, sempre nello scenario base, si aspetta che la Bce alzi i tassi di interesse allo 0,25% nel 2023 con una riduzione all’1,8% dell’inflazione. Secondo queste variabili il beneficio per l’Italia ci sarebbe comunque, attestandosi a una crescita del 2,4%. Nel 2023 i tassi sono attesi allo 0,75%, mentre l’inflazione vicina allo 0,2% con il Pil italiano al 3,4%.

I consumi nel settore del turismo decimati a causa dell’incertezza

Le famiglie italiane hanno già ridotto drasticamente i consumi per turismo e cultura a causa della pandemia. Uno degli effetti più marcati del conflitto a parte il caro energetico sarà quindi anche l’introito nel periodo estivo. La mancanza di fiducia per una naturale stabilità economica ha ridotto a 2 su 10 gli italiani che prevedono di partire per le vacanze.

Secondo i dati dell’Osservatorio di Confturismo Confcommercio di marzo prevale quindi molta cautela. Gli italiani dimostrano di avere già ridotto le spese non necessarie, tagliando in molti casi anche la durata delle ferie.

Caro energia e guerra hanno inciso sulle abitudini di spesa di quasi i due terzi degli italiani che hanno portato il budget per le vacanze intorno ai 200 euro per persona, con un solo pernottamento. Il crollo è più evidente se si osserva la propensione per i viaggi all’estero, un lusso che si concederà solo il 6% contro il 13% del 2019.

Vacanze di Pasqua ed estive compromesse, ma l’Italia ha un piano sul lungo termine

Il governo italiano ha impegnato circa 20 miliardi per compensare l’effetto della congiuntura negativa su imprese e famiglie. L’obiettivo adesso è creare una sinergia insieme a tutti gli operatori del settore per gestire al meglio i flussi in tutto in territorio. La destagionalizzazione dei flussi turistici è uno dei punti cardini delle politiche di sviluppo con cui il settore può sperare di guadagnare in qualità e tornare a cresce in modo strutturale.

A mancare sarà in particolare il turismo russo, fatto soprattutto di persone con un alto reddito e un certo tenore di vita. Dalla blocco che dal 27 febbraio impedisce agli aerei russi di fare scalo anche in Italia, saranno circa otto milioni i turisti che non potranno arrivare. Nel 2014 un’indagine della Banca d’Italia sul turismo internazionale nel nostro Paese, stabiliva da questo paese arrivano i turisti con la maggior capacità di spesa giornaliera, pari in media a 170 euro. Secondo l’indagine il dato è superiore del 65% a quella degli altri turisti stranieri che sono soliti soggiornare in Italia. L’indotto complessivo è pari a 1,32 miliardi di euro che saranno sottratti alla maggior parte dei settori correlati.

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