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Pensioni: il rimborso dei contributi versati è possibile, non tutti lo sanno

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Pensioni ed integrazione dei versamenti volontari, ma se qualcosa va storto, i contributi sono restituiti dall’INPS? Esiste una possibilità.

Il diritto al rimborso dei contributi è previsto in pochissime ipotesi. La norma generale prevede che la contribuzione volontaria versata, resta all’ente. In effetti, è utile ad incrementare la prestazione pensionistica scelta.

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Cosa succede se qualcosa non va per il verso giusto? Ad esempio il lavoratore è costretto ad interrompere i versamenti dei contributi volontari, in quanto sono sopraggiunti problemi economici. Quindi, con il valore accumulato sa di non poter ottenere la futura pensione. Quindi, i versamenti effettuati sono considerati superflui. Questo è solo un caso ipotizzato, ma ci sono tante altre situazioni che potrebbero configurarsi in questa problematica.

Un recente caso affrontato dagli Esperti di InformazioneOggi.it, riguardano la Pensione con legge 104 e cosa succede se muore il familiare

Pensioni e rimborso contributi

Un lettore chiede se: “è possibile la restituzione dei contributi volontari versati, in quanto non sono sufficienti al pensionamento?“.

L’INPS non può restituire i contributi versati, anche se questi non sono utili alla pensione perché non si è raggiunto il minimo di 20 anni richiesti. Precisiamo che per accedere alla pensione di vecchiaia nel 2022 sono richiesti i seguenti requisiti: 67 anni di età e un minimo di 20 anni di contributi.

Il rimborso dei contributi volontari versati, è una questione più volte chiarita dall’Ente previdenziale e anche nella sentenza della Cassazione n. 27669 del 2005. Il principio generale precisa che i contributi versati non utilizzabili sono incamerati dall’INPS e non possono essere restituiti al lavoratore. In effetti, viene meno il diritto alla restituzione anche se mancano i presupposti del diritto alla prestazione previdenziale.

L’obbligo di restituzione si configura solo in tre specifici casi, disciplinati dal DPR n. 1432 del 1971 all’articolo 10. La normativa prevede che i contributi possono essere restituiti solo quando i versamenti siano:

a) pagati in ritardo rispetto alla scadenza prevista dall’Ente previdenziale che pregiudica l’assolvimento;

b) siano in contrasto con le disposizioni previste dal Dpr 1432/1971;

c) per periodi coperti, comunque, da contribuzione figurativa ed effettiva.

Sono casi specifici e rari, che difficilmente si verificano.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, inviala alla mail: esperto.informazioneoggi@gmail.com

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