Ci sono due bond con rendimenti tra il 4% e il 5%, disponibili per i risparmiatori italiani. Ecco le loro caratteristiche.
I risparmiatori che intendono investire il proprio denaro in prodotti a medio-lungo termine hanno a disposizione una serie di strumenti finanziari. In particolare, prendendo come scadenza di riferimento un periodo pari a sette anni, ci sono dei titoli di Stato che promettono rendimenti davvero interessanti.
Oltre al BTP Valore ottobre 2025, ci sono due prodotti che offrono una cedola fissa del 5,25% e del 4,25%. Vediamo di quali titoli di Stato si tratta, quali caratteristiche presentano e a quanto ammontano i guadagni per i sottoscrittori.
Prendendo in considerazione un orizzonte temporale di sette anni, ci sono due titoli che potrebbero essere sottoscritti. Il primo è lo United Kingdom Fx 4.25% Jun32 Gbp, il bond del Regno Unito con scadenza fissata al 7 giugno 2032.
Il titolo ha codice ISIN GB0004893086, è quotato in sterline inglesi ed è acquistabile sul MOT di Borsa Italiana. Prevede un rendimento fisso e costante del 4,25% annuo lordo, con interessi riconosciuti ogni sei mesi. A scadenza, il tasso di interesse effettivo è pari al 4,15% lordo. Nonostante il rendimento elevato, bisogna considerare un aspetto fondamentale del bond, ossia il cambio euro/sterlina. Al momento della scadenza o dell’eventuale rivendita, sarà necessario tenere conto di questo aspetto, per vedere la reale convenienza dell’investimento.
Se il prodotto anglosassone potrebbe sembrare rischioso, una valida alternativa è offerta del bond in euro di uno Stato che appartiene all’Eurozona, ossia la Romania. Stiamo parlando dell’obbligazione con codice ISIN XS2829209720, con scadenza al 30 maggio 2032. È caratterizzata da una clausola annua pari al 5,25%, ammontante a una effettiva del 5,08%.
Il Romania Fx 5,25 May32, tuttavia, pur assicurando un guadagno maggiore, presenta un rischio altrettanto elevato. Il pericolo è legato all’economia nazione, alla condizione politica interna e alle vicende geopolitiche. La Romania, infatti, è uno Stato che non vanta una storia finanziaria solida e i dati macro economici sono spesso deludenti. Bisogna, poi, considerare che dal punto di vista della valuta presenta delle carenze, perché ha una moneta nazione (il Leu rumeno) che non ha la stessa forza dell’euro ed è priva di una banca centrale del calibro della BCE. L’ultimo aspetto che va accuratamente valutato è quello relativo al conflitto russo-ucraino, visto che il confine della Romania è vicino al campo di battaglia.
In conclusione, questi due strumenti potrebbero essere presi in considerazione dagli investitori che vogliono monetizzare i propri risparmi, ma va prestata sempre massima attenzione alla diversificazione del portafoglio, per bilanciare le eventuali perdite. Ogni investimento presuppone la considerazione della propria condizione, degli obiettivi finanziari e della propensione al rischio.
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