Grazie all’APE Sociale si può andare in pensione in anticipo, ma bisogna rispettare precise condizioni e tempistiche.
Una delle misure maggiormente utilizzare per anticipare l’uscita dal mondo del lavoro è l’APE Sociale, per la quale servono “soltanto” 63 anni e 5 mesi di età. È, tuttavia, destinata solo ad alcune categorie di contribuenti, ritenuti particolarmente meritevoli di tutela.
In particolare, possono presentare richiesta per la misura: i caregivers che assistono un familiare disabile grave da almeno 6 mesi, gli invalidi almeno al 74%, i disoccupati che hanno smesso di percepire la NASpI e gli addetti a lavori gravosi. C’è, tuttavia, un’altra regola da considerare, senza la quale la domanda per l’APE Sociale viene respinta dall’INPS. Di quale si tratta? Conoscerla è fondamentale, in vista della prossima scadenza del 30 novembre.
Per i lavoratori addetti a mansioni gravose che intendono accedere all’APE Sociale, è richiesta una condizioni ulteriore oltre ai 63 anni e 5 mesi di età e ai 36 anni di contribuzione: che la mansione sia stata svolta per almeno 7 degli ultimi 10 anni di lavoro oppure per almeno 6 degli ultimi 7 anni.
Un’ipotesi particolare è quella dei braccianti agricoli, visto che si tratta di un mestiere riconducibile alla stagionalità dei raccolti. Per questa specifica categoria, l’INPS impone lo svolgimento di almeno 540 giornate di lavoro negli ultimi 3 anni. Si tratta di una problematica di non poco conto, visto che aggrava il problema della discontinuità che caratterizza tale ambito. Il rispetto della condizione può essere provato attraverso i contratti e le buste paga, ma l’INPS non prende in considerazione i periodi di contribuzione figurativa accreditati durante la disoccupazione agricola.
La domanda per accedere all’APE Sociale va presentata seguendo precisi parametri. Le regole per l’anno in corso sono contenute nella Circolare n. 502 dell’INPS, che descrive in maniera dettagliata l’iter burocratico da seguire. Il primo step è l’ottenimento della certificazione attestante il possesso dei requisiti previsti. A tal fine, l’istanza può essere inoltrata in uno dei seguenti modi:
È, inoltre, necessario rispettare le seguenti scadenze per l’invio della domanda di certificazione: 31 marzo, 15 luglio 2025 e 30 novembre 2025. In quest’ultimo caso, la risposta da parte dell’Istituto sarà rilasciata entro il prossimo 31 dicembre, ma l’accesso alla misura dipenderà dai fondi economici a disposizione.
Per molto tempo il controllo di gestione è stato percepito come una funzione “di supporto”,…
Un accredito inatteso ha reso la pensione di dicembre più ricca per centinaia di migliaia…
Ricevere un rimborso dal modello 730 quando non si ha un datore di lavoro o…
L’Isee 2026 entra nella sua fase cruciale: entro il 31 dicembre 2025 occorre aggiornare l’attestazione…
Molti lavoratori scoprono solo all’ultimo momento che la pensione non arriva perché manca un contributo,…
Con il saldo IMU 2025 alle porte, la scelta del codice tributo corretto diventa decisiva…