Un dettaglio spesso trascurato nella dichiarazione dei redditi può fare la differenza per molti lavoratori.
Molti lavoratori affrontano ogni anno la compilazione della dichiarazione dei redditi con una certa leggerezza, pensando che si tratti solo di un adempimento burocratico inevitabile. Ci si concentra sulle detrazioni più comuni o sulle spese più consistenti, senza prestare troppa attenzione ai dettagli che, però, possono rivelarsi determinanti. È proprio in quei dettagli che spesso si nasconde la possibilità di recuperare somme inaspettate.
C’è chi si accorge troppo tardi di aver lasciato indietro un credito fiscale o un’agevolazione, e chi, al contrario, scopre che dovrà restituire un importo ricevuto senza averne realmente diritto. Situazioni che possono sembrare marginali, ma che toccano direttamente le tasche dei contribuenti e incidono sulla percezione di giustizia fiscale. Proprio quest’anno, un piccolo contributo economico rischia di sfuggire a molti se non si presta la giusta attenzione.
Il punto cruciale riguarda il bonus tredicesima da 100 euro, conosciuto anche come bonus Natale, introdotto a dicembre 2024 per sostenere le famiglie con figli. Non tutti i lavoratori dipendenti lo hanno ricevuto in busta paga: in particolare, ne sono rimasti esclusi i dipendenti senza sostituto d’imposta, come colf, badanti o chi, al momento dell’erogazione, risultava disoccupato. Per loro, l’unica possibilità di recuperare questa somma è attraverso la presentazione del 730/2025.
L’Agenzia delle Entrate ha previsto una sezione specifica del modello per gestire questo beneficio: il rigo C14, nella parte dedicata alla riduzione della pressione fiscale sul lavoro dipendente. Nella maggior parte dei casi, l’importo è già precompilato, ma è consigliabile verificare attentamente i dati riportati nella Certificazione Unica (CU 2025), in particolare nei punti 721 e 726 o nelle annotazioni. Un controllo che può sembrare banale ma che può evitare errori costosi.
Chi invece ha percepito il bonus senza possedere i requisiti, ad esempio superando i 28.000 euro di reddito, dovrà restituirlo tramite la stessa dichiarazione. In questo senso, il 730/2025 non è solo un mezzo per ottenere un rimborso, ma anche lo strumento con cui l’amministrazione fiscale corregge eventuali erogazioni indebite.
I tempi sono stretti: la scadenza per presentare il modello 730 è fissata al 30 settembre 2025. Chi non dovesse rispettare questa data potrà comunque avvalersi del modello Redditi entro il 31 ottobre 2025. Esistono poi soluzioni ulteriori, come la presentazione tardiva entro 90 giorni o la dichiarazione integrativa entro 5 anni, ma ogni ritardo rende più complesso e incerto il recupero dei 100 euro spettanti.
Molti contribuenti rischiano di trascurare questa possibilità, considerandola un importo troppo modesto per meritare attenzione. Eppure, dietro questa cifra simbolica si nasconde un principio importante: la corretta gestione della propria posizione fiscale, che non riguarda solo grandi numeri ma anche piccoli dettagli capaci di fare la differenza.
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