Risparmio energetico: come piccoli gesti quotidiani influiscono sulla bolletta di casa.
Quante volte, uscendo di casa, ci dimentichiamo di staccare un dispositivo elettronico dalla presa di corrente, pensando che non consumi nulla se spento?
In un’epoca in cui l’aumento delle bollette elettriche rappresenta una preoccupazione crescente per molte famiglie, questa abitudine apparentemente innocua può nascondere un nemico invisibile che incide silenziosamente sui costi mensili. La sensazione di aver fatto tutto il possibile per contenere le spese rischia così di essere smentita da un consumo energetico nascosto e continuo, che passa spesso inosservato.
Siamo portati a pensare che quando un apparecchio è spento o non in uso, non consumi energia, ma questa convinzione potrebbe farci sottovalutare un problema che, se non gestito correttamente, può tradursi in un aumento delle spese domestiche e in un impatto ambientale significativo. E se il vero colpevole fosse proprio qualcosa di piccolo, semplice, che rimane sempre collegato alla presa?
Il fenomeno noto come consumo fantasma o consumo in standby si verifica quando i dispositivi elettronici continuano ad assorbire energia anche quando sembrano spenti.
Molti elettrodomestici e dispositivi, come televisori, computer, console per videogiochi o caricabatterie per cellulari, sono progettati per rimanere in una modalità di “sospensione” che permette di mantenere attive alcune funzioni, come l’accensione rapida o l’aggiornamento automatico. Tuttavia, questa modalità implica un consumo continuo, che, pur essendo basso per singolo dispositivo, può sommarsi a livelli significativi se moltiplicato per tutti gli apparecchi di casa.
In particolare, i caricabatterie dei telefoni, similmente ai frigoriferi vecchi, sono tra i protagonisti invisibili di questo spreco energetico. Anche quando non sono collegati al cellulare, molti continuano a utilizzare energia se rimangono inseriti nella presa.
Secondo studi recenti, un singolo caricabatterie lasciato sempre collegato può consumare tra 1 e 5 kilowattora all’anno. Sebbene questo dato sembri modesto, moltiplicato per tutti i caricabatterie e altri dispositivi in standby presenti in una casa, si traduce in una spesa reale e ripetuta nel tempo.
Oltre al costo economico, questo consumo ha un impatto ambientale significativo. L’energia sprecata proviene spesso da fonti non rinnovabili, contribuendo indirettamente alle emissioni di gas serra e all’aggravarsi della crisi climatica. Pertanto, staccare la spina dei dispositivi non solo aiuta a risparmiare, ma rappresenta anche un gesto concreto per la sostenibilità ambientale.
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