Il sistema previdenziale italiano è molto complesso, sono tantissimi i lavoratori che si trovano in difficoltà alla fine della carriera per accedere alla pensione. In quest’articolo esaminiamo il caso di un Lettore, comune a molti lavoratori.
Ci sono varie misure per accedere alla pensione anticipata: Quota 41, senza limiti di età ma con requisiti stringenti: l’APE Sociale che permette di ottenere un assegno fino al raggiungimento dell’età pensionabile; la pensione anticipata (ordinaria e contributiva) e le deroghe pensionistiche.
Inoltre, per chi svolge lavori usuranti e gravosi è tutelato, ma la burocrazia spesso blocca i lavoratori che scelgono queste forme previdenziali, come il caso di M. che si sente scoraggiato e deluso dalle Istituzioni.
La domanda del Lettore: “Salve, mi chiamo M., sono un operaio del settore alimentare. A gennaio ho presentato tramite il patronato la domanda per accedere alla pensione anticipata come lavoratore precoce: ho 59 settimane di contributi prima dei 18 anni e ho lavorato per oltre 32 anni su turni notturni (turni tolti dal 2024), soffrendo anche di insonnia. Dopo vari solleciti, l’INPS ha finalmente risposto questa settimana respingendo la domanda, nonostante a marzo avessi inviato tutta la documentazione richiesta (timbrature, buste paga, libretto di lavoro, mansionario, ecc.). Il 1° luglio raggiungerò 41 anni di contributi. Non capisco perché la domanda sia stata respinta e vorrei sapere se ho ancora possibilità di uscire dal lavoro. Mi sento profondamente scoraggiato e deluso. La ringrazio in anticipo per l’attenzione e per ogni eventuale chiarimento. Cordiali saluti, M.”
Gentile sig. M., la sua delusione è comprensibile e la ringrazio per aver condiviso la sua storia. Proverò a fornirle alcuni chiarimenti tecnici utili a comprendere perché la sua domanda potrebbe essere stata respinta, e cosa può fare ora. In primis, bisogna analizzare i requisiti che danno diritto al pensionamento anticipato con Quota 41 (lavoratori precoci). Per accedere a questo beneficio è necessario:
Lei dichiara di aver lavorato per oltre 32 anni su turni notturni, ma sottolinea che dal 2024 ha terminato i turni notturni. È possibile che l’INPS abbia considerato solo gli ultimi anni, non raggiungendo i 7 richiesti nel decennio precedente, oppure che non siano stati validati correttamente i turni notturni nella documentazione inviata (timbrature, mansionario, eccetera).
Gli errori più comuni che possono determinare la reiezione della domanda di pensione sono:
Consiglio di chiedere al patronato copia del provvedimento di reiezione, dove l’INPS indica la motivazione esatta. Questo è fondamentale per sapere se si tratta di un problema formale o sostanziale. Poi, verificare con attenzione la documentazione inviata, in particolare: la certificazione dell’orario notturno (con timbrature, buste paga, mansionario) e il rispetto del criterio “almeno 6 ore di notte per 64 giorni/anno per 7 anni negli ultimi 10”.
Se ci sono gli estremi, presentare un ricorso amministrativo entro 90 giorni dalla notifica del provvedimento, tramite lo stesso patronato oppure rivolgendosi a un legale esperto in diritto previdenziale.
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