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Scuola

Settimana corta di 5 giorni a scuola: in arrivo una rivoluzione?

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Il TAR del Veneto ha confermato la legittimità della settimana corta di cinque giorni. Facciamo chiarezza sul possibile cambiamento in atto. 

Per i genitori entrambi lavoratori la settimana corta di cinque giorni a scuola significa solo problemi. Possono opporsi alla decisione dell’istituto? Il TAR del Veneto ha cercato di chiarire la questione.

Come funzionerebbe la settimana corta a scuola? (Informazioneoggi.it)

I genitori a lavoro e i figli a scuola. In questo modo non si devono pagare babysitter né impegnare i nonni tanto da far apprezzare l’idea delle scuole aperte anche in estate. Certo questo tema divide nettamente la popolazione in due e divide anche genitori e figli. Un sollievo per i primi pensare di non doversi preoccupare di dove “piazzare” i bambini durante la stagione estiva e un incubo per i secondi che si ritroverebbero tra quattro mura quando il sole splende nel cielo e l’aria è afosa.

C’è anche un altro dibattito da considerare, quello sulla settimana corta di cinque giorni. Molti istituti italiani adottano questo sistema. Scuola aperta dal lunedì al venerdì per qualche ora in più in modo tale da recuperare la chiusura del sabato. Un intero weekend libero dalla sveglia per gli studenti, una soluzione non apprezzata dai genitori.

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La pronuncia sulla settimana corta a scuola

Se il Consiglio di Istituto emette una deliberazione che modifica il piano triennale dell’offerta formativa introducendo la settimana corta a cinque giorni i genitori possono opporsi? Questo il caso posto all’attenzione del TAR Veneto. Un passaggio da sei giorni a cinque di scuola a partire dall’anno scolastico 2024/2025 modificando il piano formativo 2022/2025.

Molti genitori degli alunni hanno deciso di fare opposizione impugnando la delibera sostenendo come sia un loro diritto continuare con l’orario distribuito su sei giorni settimanali per i cinque anni di scuola primaria e tre di scuola secondaria di primo grado. Questi stessi genitori, poi, hanno sottolineato come più volte abbiano ribadito di essere contrari al passaggio alla settimana corta. Con la sentenza numero 575 del 25 marzo 2024, il TAR del Veneto ha stabilito come sia diritto dell’Istituto procedere con il cambio dell’orario trattandosi di un interesse legittimo con poter conferitogli dalla Legge.

Il piano formativo può essere rivisto ogni anno entro il mese di ottobre. Ogni istituzione scolastica ha il diritto di rivedere la progettazione curriculare, extracurriculare, educativa, organizzativa delle singole scuole consultandosi con enti del territorio e genitori. Secondo la norma, poi, può organizzare l’orario in modo flessibile anche sulla base di una programmazione plurisettimanale rientrando nel limite minimo di cinque giorni a settimana con rispetto del monte ore annuale, pluriennale o di ciclo senza avere l’assenso dei genitori.

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