Arriva l’ennesima mazzata per le tasche dei cittadini: aumenta la TARI, la tassa sui rifiuti e ARERA ha avvisato che sarà una “strage”.
L’inflazione non pesa solamente sul prezzo finale dei prodotti, ma anche di quello dei servizi: l’unica costante è che a pagare sono sempre i cittadini.
Di recente, il Governo ha prorogato la scadenza prevista per la comunicazione degli aumenti sulla TARI da parte dei Comuni. Che comunque dovranno attivarsi entro la fine di giugno 2024.
L’aumento della tassa è ovviamente imputabile all’aumento dei costi della vita e dell’inflazione, e così i cittadini dovranno sborsare altri soldi. Il fatto preoccupante è che le Amministrazioni potranno agire in totale libertà e dunque toccare al rialzo la tassa nelle percentuali che preferiscono.
ARERA aveva previsto aumenti anche fino al 14%, e non rincuora sapere che le percentuali arriveranno “solamente” al 7-8% o giù di lì.
Come anticipato poco sopra, le Amministrazioni Comunali hanno tempo fino al prossimo 30 giugno per comunicare le nuove tariffe della TARI.
C’è da aspettarsi che nessun Comune lascerà i prezzi invariati, c’è solo da sperare di vivere in un territorio la cui Amministrazione non deciderà di applicare salassi.
Intanto arriva già qualche annuncio su quali aumenti saranno decisi nelle principali città.
Per capire un po’ meglio quanto pesi la tassa sui rifiuti ai budget delle famiglie, ricordiamo che nel 2023 si spendeva in media 320 euro a nucleo, con i costi più bassi di alcune Regioni che si attestavano sui 250-299 euro fino alle punte massime che sfioravano i 400 euro. Aggiungiamo le percentuali di cui sopra e avremo più chiaro quanto si dovrà sborsare nei prossimi mesi.
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