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Pensioni

L’INPS non pagherà le pensioni in caso di debiti: cosa sta succedendo

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Stop a pensioni e buonuscite per i cittadini con debiti superiori ai 5 mila euro. L’INPS non erogherà i trattamenti.

Avere debiti con il Fisco porta a serie conseguenze. L’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale blocca pensioni, indennità di fine servizio e fine rapporto per una somma pari al debito da restituire.

Niente pensioni se si hanno debiti (Informazioneoggi.it)

L’arrivo di un avviso di pagamento di cartelle esattoriali spaventa i contribuenti che si trovano a rischio pignoramento dello stipendio o espropriazione dell’immobile di proprietà. Nel momento in cui si viene a conoscenza del debito si può procedere con una richiesta di rateizzazione per dilazionare i pagamenti nel tempo. La domanda può essere inoltrata online tramite credenziali digitali accedendo al sito dell’Agenzia delle Entrate utilizzando il servizio Rateizza adesso.

La dilazione permette di restituire il debito in 72 rate o 120 rate (per importi entro i 120 mila euro). La rateizzazione è il modo più comodo per regolarizzare la propria posizione con il Fisco. E saldare il debito è un impegno da onorare per evitare conseguenze spiacevoli. Ricordiamo che per chi ha dei debiti erariali oltre i 5 mila euro l’INPS può sospendere per 60 giorni il versamento di pensioni e trattamenti di fine rapporto o servizio per un importo pari a quello del debito.

Leggi anche >>> Hai debiti con il Fisco? Dopo 5 anni hai diritto a uno sconto, anche senza Rottamazione

Cosa succede con debiti oltre i 5 mila euro

La Legge di Bilancio 2018 ha ridotto il limite minimo sopra il quale scatta la sospensione della pensione e delle buonuscite. Da 10 mila euro a 5 mila euro per la verifica dei debiti erariali. Ha alzato, invece, i giorni di intervallo di tempo di sospensione del pagamento da 30 a 60. Oggi, quindi, si prende come riferimento la soglia di 5 mila euro come limite oltre il quale le Pubbliche Amministrazioni devono in modo obbligatorio attivare la procedura di verifica degli inadempimenti legati a cartelle di pagamento non saldate.

La sospensione, poi, è di 60 giorni per dare il tempo all’agente di riscossione di notificare l’ordine di pagamento delle somme dovute da chi riceve il versamento pubblico. La sospensione decadrà qualora accadano avvenimenti che eliminano le pendenze dello stesso beneficiario. Dallo scorso primo marzo sono iniziate le consuetudinarie procedure di verifica su chi riceve pensioni e buonuscite e rilevando inadempimenti scatterà la sospensione di due mesi.

Rimangono escluse dai controlli dei debiti con il Fisco le prestazioni assistenziali, le rendite INAIL nonché le prestazioni versate per conto di altri soggetti. Tale precisazione arriva direttamente dall’Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. A breve, dunque, c’è chi perderà momentaneamente la pensione e il TFR o TFS.

Leggi anche >>> Dramma TFS statali: gli interessi sugli anticipi sono troppo elevati e il Parlamento non propone soluzioni adeguate

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