Oggi parliamo della possibilità di uscire prima dal lavoro, ovvero a 63 anni di età. Si tratta di un pensionamento particolare.
In base all’attuale riforma pensionistica i lavoratori italiani hanno la possibilità di ritirarsi dal lavoro e di percepire la pensione a partire dal 67esimo anno di età, dopo aver versato 20 anni di contributi obbligatori. Quell’altro attualmente in vigore è la famosa legge Fornero.
I governi che si sono susseguiti negli ultimi anni hanno più volte parlato della possibilità di modificare l’attuale riforma pensionistica italiana. In realtà, la situazione è decisamente più complessa e comporterebbe un dispendio di risorse economiche che, in questo momento, non sono disponibili.
Perciò, i lavoratori italiani per poter andare in pensione devono rispettare le suddette condizioni anagrafiche e contributive. Tuttavia, ci sono delle scorciatoie riservate ad alcune categorie di lavoratori che hanno, così, la possibilità di uscire dal lavoro prima.
Andare in pensione a 63 anni di età non è un sogno, come molti credono. È una reale opportunità riconosciuta ai lavoratori italiani, grazie allo strumento dell’isopensione. Si tratta di uno scivolo pensionistico che permette al lavoratore di ritirarsi prima rispetto al requisito anagrafico che permette di accedere alla pensione di vecchiaia (67 anni).
Anche nel 2024, i lavoratori avranno la possibilità di accedere all’isopensione, purché rispettino determinati requisiti e condizioni. Quest’opportunità è infatti riconosciuta ai lavoratori del settore privato che sono dipendenti di aziende cui organico deve essere superiore a 15 unità.
Grazie all’isopensione il lavoratore avrà la possibilità di accedere prima al trattamento pensionistico che sarà pagato interamente dall’azienda, durante gli anni che servono a maturare le condizioni per accedere alla pensione di vecchiaia.
Questo strumento rappresenta un esodo dei lavoratori anziani, utilizzato dalle aziende private che occupano mediamente più di 15 dipendenti, in virtù di un accordo siglato tra azienda, INPS e sindacati.
Così facendo il lavoratore ha la possibilità di anticipare l’uscita dal lavoro fino ad un massimo di quattro anni rispetto alla legge Fornero. Nel frattempo l’azienda si fa carico completamente degli oneri previsti da questo strumento. In pratica, il lavoratore percepisce un importo che equivale alla pensione fino al perfezionamento dei requisiti per la pensione di vecchiaia.
Oltre all’assegno da versare mensilmente, l’azienda esodante s’impegna a versare anche la copertura contributiva, che garantisce al lavoratore la copertura pensionistica fino al raggiungimento del diritto all’assegno di cui è scienza definitivo.
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