Sono giorni di attesa per i lavoratori fragili, curiosi di sapere se potranno continuare a fruire dello smart working.
I lavoratori fragili rischiano di dover rinunciare allo smart working, dopo giugno 2024.
La Ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha dichiarato che il prossimo 31 dicembre scadrà la validità della normativa emergenziale. Il Governo, tuttavia, sembrerebbe intenzionato a non prorogare il lavoro agile semplificato per alcune categorie di lavoratori e, nel dettaglio, per i dipendenti privati con figli minori di 14 anni. Ma l’agevolazione potrebbe sparire anche per i lavoratori fragili.
Questi ultimi sono soggetti che versano in particolari condizioni di salute, che li rendono decisamente deboli. Si tratta, infatti, di coloro che sono affetti da patologie croniche, immunodeficienze, malattie oncologiche e che hanno bisogno di un ambiente di lavoro idoneo al loro stato di salute.
L’abolizione della possibilità di beneficiare dello smart working ha delle conseguenze molto importanti. I lavoratori, infatti, perderebbero un valido strumento per conciliare la vita professionale e le esigenze familiari o di salute.
Allo stesso tempo, anche le aziende non rimarrebbero impassibili dinanzi a tale cambiamento, perché dovranno predisporre nuove politiche di lavoro e stipulare accordi individuali con i dipendenti, per garantire il rispetto dei loro bisogni. Nei casi più gravi, bisognerà concordare il lavoro agile tra datore e lavoratore.
Il Governo ha anticipato che il 31 dicembre2023 terminerà il diritto dei genitori con figli minori di 14 anni di usufruire dello smart working; si dovranno, invece, decidere a breve le sorti dei lavoratori fragili. A tal fine, si dovrà tener presente anche l’evoluzione della diffusione del Covid (che negli ultimi giorni è incrementata del 28%), perché sono proprio coloro che hanno complicate condizioni di salute a rischiare problematiche molto gravi in caso di contagio.
Per i soggetti fragili, dunque, potrebbe esserci ancora una speranza di proroga del lavoro agile. Al momento, il Governo sta valutando tutte le soluzioni possibili e i costi relativi a una riconferma dello smart working.
La situazione è abbastanza delicata soprattutto per i dipendenti del settore pubblico e, nel dettaglio, dell’istruzione pubblica. Se, infatti, un professore che rientra nella categoria dei fragili non può andare a scuola ma è costretto a lavorare da casa, dovrà necessariamente essere sostituito. Questo, ovviamente, comporterebbe un dispendio maggiore di risorse economiche da parte dello Stato.
Una possibile via d’uscita, dunque, potrebbe essere la proroga dello smart working solo per i dipendenti del settore privato, perché non graverebbe eccessivamente sulle finanze pubbliche. Allo stesso tempo, una decisione del genere potrebbe creare una netta disparità di trattamento e una discriminazione tra i lavoratori fragili.
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