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Finanza

BTP con rendimenti elevati: esultano gli investitori

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I rendimenti dei BTP continuano a salire ma nello stesso tempo in molti si chiedono se conviene davvero acquistare questi titoli.

I BTP, acronimo di Buoni del Tesoro poliennali sono diventati il fiore all’occhiello per gli investitori italiani.

BTP e la corsa dei rendimenti (informazioneoggi.it)

Il motivo è semplice: i rendimenti continuano a salire arrivando a sfiorare il 5%. Anche lo spread è tornato ad aumentare raggiungendo i 200 punti base. Ma conviene davvero investire solo sui BTP? A rispondere a questa domanda ci pensa Giorgio Broggi, Quantitative Analyst di Moneyfarm.

BTP, ecco perché bisogna diversificare il portafoglio finanziario

Secondo Giorgio Broggi, i tassi dei BTP sono ottimi e attirano l’interesse di molti investitori. Un esempio è proprio il BTP Valore che alla conclusione del suo collocamento ha raccolto oltre 17 miliardi di euro. Nonostante questi ottimi tassi il deficit al 3% e l’aumento dello spread potrebbe far abbassare i rendimenti, anche all’improvviso.

Come spiega l’esperto, questo potrebbe succedere perché l’Italia sta attraversando una fase che nel mondo della finanza si chiama “effetto stigma”. In pratica, i mercati finanziari percepiscono il nostro Paese esposto al rischio di tracollo finanziario e, quindi, ai cambiamenti improvvisi degli investitori.

Da qui si individuano una serie di rischi che possono pesare sull’acquisto dei BTP. Il primo, per esempio, riguarda la bassa crescita, ovvero un PIL al ribasso di quattro decimali nel 2023 e di altri due nel 2024. Numeri più bassi rispetto a quelli indicati nel DEF (Documento di economia e finanza) presentato dal Tesoro a fine settembre.

Il secondo rischio riguarda l’eventuale debito che l’Italia potrebbe avere da qui a qualche anno. Nel 2019 il rapporto deficit/PIL era al 138,8% e nel 2022 era del 141,7%. Quindi, anche se aumentato di 7 punti di PIL, però, nel 2023 è sceso al 5,3% e le stime nei prossimi anni non sono rosee: si attende un rapporto deficit/PIL diminuiti di un solo punto nel 2026.

L’ultimo fattore di rischio è l’instabilità dei tassi di interesse; tassi che le banche potrebbe continuare a mantenere alti creando una pressione sui titoli di Stato.

Secondo Giorgio Broggi, per il momento l’Italia non rischia un declassamento tra i titoli “spazzatura” ma questo non significa che le agenzie di rating non controllino la situazione dell’Italia come un prossimo problema. Per evitare perdite economiche, l’esperto di Moneyfarm suggerisce di diversificare il portafoglio finanziario inserendo, per esempio BOT, ovvero titoli a breve termine, ma anche altre tipologie di investimento a lungo termine.

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