Fino ad ora la scienza ci aveva sempre rassicurato affermando che esiste un colesterolo “buono”, ma adesso non è più così.
Uno recente studio dimostra che il cosiddetto “colesterolo buono” potrebbe non essere così salutare come invece si pensava. A questo punto probabilmente molte persone, e anche tanti medici, dovranno rivedere la loro personale idea su come si possa rimanere in salute.
Dallo studio, pubblicato mercoledì sulla rivista Neurology, emergerebbe una teoria che ribalta completamente le cose; ovvero che nelle persone anziane che alti livelli di lipoproteine ad alta densità (HDL) potrebbero aumentare il rischio di demenza.
Si potrebbe pensare a uno sbaglio, o comunque risulta davvero difficile comprendere questo concetto, soprattutto se non siamo esperti. Dunque non resta che approfondire e capire come si è svolto lo studio.
Secondo gli esperti, dunque, sembra che il colesterolo “buono” e i meccanismi che lo regolano siano ancora sconosciuti e addirittura che “ha associazioni altrettanto complesse con la demenza così come con le malattie cardiache e il cancro“.
Sempre secondo gli esperti, la quantità “sana” di HDL raccomandata è 40 mg/dl nel sangue. La media dei soggetti dello studio era di circa 54 mg/dL.
In realtà, era già stato pubblicato su Neurology a luglio un altro studio, e quest’ultimo è solo un’altra conferma della teoria secondo cui i cambiamenti dei livelli di colesterolo possono anche aumentare il rischio di demenza. Secondo il precedente studio, le persone che hanno valori molto fluttuanti di colesterolo HDL hanno un rischio di sviluppare demenza anche fino al 19% in più.
(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici o pubblicazioni su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)
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