Vuoi iscrivere i tuoi figli all’Università? Non perdere tempo e inizia ad accantonare i soldi da subito. Ecco come puoi farlo.
Nel bilancio economico di una famiglia l’inflazione rappresenta un peso enorme e per questo motivo si cercano strategie per accantonare o risparmiare i soldi.
Tra l’altro se si desidera iscrivere il proprio figlio all’università i genitori si scontrano con l’amara verità: i costi. Infatti, attualmente per molte famiglie questi sono insostenibili, a prescindere dalla scelta della sede universitaria.
Un modo per affrontare la spesa dell’università è mettere da parte le risorse necessarie fin dall’inizio, e per farlo è importante una buona pianificazione. Il mantra dei genitori che desiderano iscrivere i propri figli all’università dovrebbero seguire questo mantra: “prima si risparmia, meglio è!”.
Il quotidiano Il Corriere ha creato tre ipotesi considerando la durata del corso di laurea:
In questo modo, Il Corriere ha ipotizzato una specie di piano di accumulo capitale (PAC) a 5, 10 e 15 anni.
I genitori che vogliono iscrivere i figli alla facoltà di ingegneria dell’Università di Napoli dovrebbero accantonare almeno 28mila euro. Si tratta di una cifra calcolata in eccesso perché dipende dall’inflazione che può cambiare nei prossimi anni.
Infatti, nonostante alcuni sperano che l’inflazione ritorni al 2%, le previsioni suggeriscono che possa mantenersi intorno al 3% ancora per un po’.
Se così fosse la spesa dello studente di ingegneria salirebbe da 28mila euro a 33mila euro. Invece, la spesa dello studente della facoltà di psicologia della Sapienza da 52mila euro passerebbe a 64mila, arrivando a 70mila euro.
In pratica, i genitori per ottenere 28mila euro in 5 anni devono accantonare circa 356 euro al mese. Invece, per risparmiare tra i 52mila e i 64mila euro in 10 anni la cifra da accantonare è pari a 373 euro al mese.
Cifre più alte per gli studenti iscritti alla Bocconi entro 15 anni. Infatti, l’investimento previsto è di minimo 120mila euro che salirebbe a 198mila, se l’inflazione scenderà del 2%, e di 228mila euro, se l’inflazione rimane del 3%.
Infine, per poter accantonare cifre del genere è necessario diversificare il portafoglio finanziario inserendo, per esempio, oltre ai piani di accumulo, anche BTP, BOT o buoni fruttiferi postali.
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