Per i pazienti è meglio essere operati dalle chirurghe o dai chirurghi? Ecco cosa ha rivelato un recente studio.
Non passano inosservati i risultati di due recenti studi in merito alle possibili differenze che si registrerebbero a seconda che i pazienti vengano operati da chirurghi donne piuttosto che da uomini.
La figura dei medici chirurghi desta da sempre particolare interesse. Si tratta d’altronde di una professione di indubbio fascino, oltre che importante. Per essere un buon chirurgo, infatti, è importante conoscere bene il malato e la fisiologia dell’organo che si deve operare.
Proprio in tale ambito non passano inosservati i risultati di due recenti studi in merito alle possibili differenze che si registrerebbero a seconda che i pazienti vengano operati da chirurghi donne piuttosto che da uomini.
Alcuni medici in Svezia e Canada hanno provveduto ad esaminare oltre un milione di cartelle cliniche. In questo modo hanno rilevato che i soggetti operati da chirurghe sembrano avere meno complicazioni e problemi nei mesi seguenti all’intervento.
Entrando nei dettagli è stato riscontrato che novanta giorni dopo un’operazione, il 13,9% dei pazienti curati da un chirurgo ha registrato “eventi avversi postoperatori“. Tale percentuale scende a 12,5% per i pazienti visitati da chirurghe.
Tale differenza aumenta se si prendono in considerazione i decessi post operazione. Come riportato su Jama Surgery, è stato rilevato che i soggetti curati da chirurghi avevano una probabilità pari al 25% in più di morire un anno dopo l’intervento rispetto a coloro operati da donne.
Alla base di queste differenze si potrebbe annoverare la tendenza delle donne ad effettuare gli interventi in modo più lento, riuscendo così ad avere risultati migliori. A tal proposito il dottor Christopher Wallis, che ha effettuato uno degli studi presso l’ospedale Mount Sinai di Toronto, ha dichiarato al Guardian: “Come chirurgo uomo, penso che questi dati dovrebbero indurre me e i miei colleghi a fermarci e a considerare il motivo di questi dati“.
In ogni caso, come sottolineato anche dal dottore My Blohm, si tratta di dati che devono essere tratti con cautela. Il tutto fermo restando il fatto che tali risultati meritano ulteriori approfondimenti.
(Le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi).
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