Attualmente si stanno raccogliendo firme con un referendum sulla guerra ma probabilmente in molti non sanno di che cosa si tratta.
Tutti i giorni al telegiornale sentiamo parlare della guerra in Ucraina, ma la notizia di un referendum per bloccare l’invio di armi a Kiev non è molto sponsorizzato.
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali” questo dice l’Art. 11 della nostra Costituzione e sappiamo che l’Italia rifiuta l’aggressione e/o difesa con le armi preferendo risolvere i conflitti attraverso la diplomazia, e con le realtà internazionali che la promuovono.
Questo tipo di sentimento è molto radicato nel popolo italiano, forse per la stragrande maggioranza dei cittadini.
Siamo in un momento storico, però, in cui i governi invece di agire con diplomazia alimentano una guerra che nessuno vuole. Da quando il conflitto in Ucraina è iniziato, oltre alle vittime umane che sono incalcolabili, il nostro Paese ha cominciato a soffrire di una crisi economica conseguente che ci sta portando nel baratro.
Indipendentemente dalle idee politiche, che possono essere sacrosantemente diverse, in questo periodo langue purtroppo un’informazione corretta, obiettiva e politically correct. Ad esempio al momento ci sono ben 3 referendum che attendono le firme degli italiani che volessero aderire, ma di queste iniziative si sa poco o niente. Ecco di cosa si tratta.
Probabilmente qualcuno ha visto nelle piazze delle città i gazebo dove i sostenitori dei referendum cercano di ottenere la partecipazione dei cittadini.
Qualcun altro forse ha avuto modo di sapere che nel suo Comune si organizzano dibattiti sull’attuale situazione geopolitica e soprattutto sulle scelte del nostro Governo di investire denaro (anche quello del PNNR) per inviare armi all’Ucraina. E che nel Comune stesso si può firmare uno, due o tutti e tre i referendum, esprimendo ovviamente la propria opinione.
Non tutti forse però sanno di cosa stiamo parlando. Chi desidera aderire deve sapere come sono impostati i quesiti così da dare il proprio contributo.
Due dei tre referendum proposti hanno l’obiettivo di abrogare le leggi attuali (decreto Legge 185/22 convertito in Legge 8/23) che consentono al Governo italiano di inviare armi all’Ucraina. La volontà è anche quella di abrogare una parte della Legge 185/1990 inerente al commercio di armi da parte di aziende private.
Il terzo referendum è legato agli altri due, perché vuole arrivare all’abrogazione di una parte del Dlgs 502/92. Lo scopo è quello di capovolgere la volontà politica di non investire nella Sanità Pubblica.
Oggi ci viene detto, infatti, che non ci sono risorse e tutto il SSN sta soffrendo come non mai. Stiamo andando verso una privatizzazione completa che non farà che danneggiare il benessere e la salute dei cittadini.
Se le risorse economiche non ci sono, perché allora se ne trovano per inviare armi? La domanda è davvero d’obbligo, e la risposta è semplice e chiara: il Governo, quando vuole, le risorse le trova. Ma la volontà del Governo forse oggi non rispecchia più quella dei suoi cittadini.
Possiamo essere d’accordo o meno, perché è così che funzionano le cose in una vera democrazia. Chi volesse dunque esprimere la propria opinione, può chiedere al Comune di appartenenza come e quando si può votare ai tre referendum.
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