Andare in pensione prima dei 67 anni sarà possibile per un più ampio numero di lavoratori se i piani del Governo saranno confermati.
L’Agenzia Giornalistica Italia ha preso visione del nuovo Decreto Lavoro. I lavoratori sono curiosi di conoscere le novità.
L’attesa per una Riforma delle Pensioni flessibile e sostenibile continua. Al momento le indiscrezioni sui piani del Governo si trovano nel mondo delle idee e vi rimarranno fino a che non verranno date informazioni ufficiali. I lavoratori sperano che i cambiamenti concederanno maggiore flessibilità in uscita nonché una minor incidenza in negativo sull’assegno pensionistico.
I problemi principali del sistema pensionistico italiano, infatti sono due. Il sistema di calcolo contributivo che penalizza troppo l’importo delle pensioni e l’età avanzata per il raggiungimento della pensione (67 anni). In riferimento alla prima problematica al momento non sembrerebbero esserci soluzioni. Per quanto riguarda un’uscita dal mondo del lavoro prima dei 67 anni ci sono, invece, buone speranze (almeno per alcuni lavoratori).
Le principali novità del Decreto Lavoro riguardano
La bozza prevede una proroga fino al 2025 della possibilità di avviare una procedura di consultazione volta alla stipula di un contratto di espansione. Parliamo di quel particolare contratto che permette l’avviamento di piani concordati di esodo per i lavoratori prossimi alla maturazione dei requisiti di pensionamento (non più di cinque anni). L’uscita può essere sia la pensione di vecchiaia (67 anni di età e 20 minimi di contribuzione) che la pensione anticipata ordinaria (41 anni e dieci mesi di contributi per le donne e 42 anni e dieci mesi per gli uomini).
La proroga riguarda le aziende con più di cinquanta dipendenti. Il limite può essere raggiunto anche sommando le unità lavorative in caso di aggregazione stabile di imprese con una sola finalità produttiva o di servizi.
Nella bozza del Decreto si legge anche come sarà consentito alle aziende che opteranno per i contratti di espansione di gruppo di pianificare e portare a termine i turn over preventivati. Risulterà possibile, dunque, gestire le uscite dei lavoratori più anziani in un più lungo arco temporale.
Dal 2023 le domande di accesso all’APE Sociale prevedono tre finestre temporali, il 31 marzo, il 15 luglio e il 30 novembre al pari della pensione anticipata ordinaria con requisito contributivo per i precoci. Tre date identiche, dunque, mentre nel Decreto non appare alcun riferimento a Opzione Donna.
La bozza riporta l’innalzamento a 3 mila euro del limite delle spese deducibili dei contributi previdenziali versati per gli addetti ai servizi domestici e per l’assistenza familiare o personale. Ultime novità sono
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