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Finanza

Conti correnti sempre più cari, si scatena la rabbia: “troppe spese, meglio chiudere”

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In caso di accredito di stipendio o pensione sul conto nel 2023 una doppia stangata che non piacerà a lavoratori e pensionati. Ecco di che si tratta.

Come è noto, farsi accreditare lo stipendio o pensione direttamente sul conto corrente è comodo perché permette di poter contare sulla somma erogata mensilmente dal datore di lavoro o dall’Inps, senza ulteriori formalità.

Conti correnti (InformazioneOggi)

Pensiamo infatti a chi ritira la pensione in contanti allo sportello delle Poste, dovendo rispettare ormai da più anni il calendario con suddivisione per lettera del cognome.

Ebbene, c’è una recente notizia proprio in tema di accredito della pensione o della retribuzione su c/c, che non piacerà a chi si avvale di questo meccanismo. Di che si tratta e perché c’è di che restare scontenti? Ebbene, il motivo è molto semplice: nell’anno in corso i costi del conto corrente sono cresciuti e, dunque, anche quest’aggravio di spesa va a sommarsi agli altri, che le famiglie debbono sopportare nel tentativo di far quadrare il bilancio mensile.

Vediamo allora da vicino quali sono le percentuali che, in modo chiaro ed evidente, indicano l’aumento di costo conto corrente. I dettagli.

Costi in aumento per i conti correnti nel 2023: l’indagine Altroconsumo lo svela

Oggigiorno anche grazie all’internet banking aprire e gestire un conto corrente è facilissimo. Ed averlo è praticamente indispensabile: infatti il c/c semplifica la gestione del denaro in quanto il correntista deposita in banca il denaro e quest’ultima lo custodisce e offre contestualmente una varietà di servizi, quali ad es. la carta di credito, la carta di debito, gli assegni, la domiciliazione delle bollette e, appunto l’accredito dello stipendio o della pensione.

Insomma, è chiaro che il conto corrente si rivolge a tutte le persone che intendono gestire in sicurezza e con semplicità il proprio denaro. In particolare, il titolare di un conto corrente può dare istruzioni permanenti per ottenere in via diretta sul suo conto corrente l’accredito dello stipendio o della pensione e per compiere pagamenti periodici e automatici, come le bollette luce e gas. Inoltre nei tempi della tecnologia a portata di tutti, è certamente possibile impartire con rapidità istruzioni di pagamento anche a distanza, con l’uso del telefono (phone banking) o di internet via pc (home banking) – senza doversi recare presso lo sportello del proprio istituto di credito.

Posto che avere un conto corrente è una cosa sempre più comune e diffusa, ciò che non piacerà ai correntisti e alle relative famiglie è, come accennato sopra, il fatto che nel 2023 i costi del conto corrente per le famiglie sono aumentati. I dati sono emersi da una indagine di Altroconsumo, la nota associazione che si pone come obiettivo l’informazione e la tutela dei consumatori.

In particolare, tra il 2022 e il 2023 conti correnti più cari per pensionati, famiglie e giovani per l’operatività tradizionale. Tra questi conti infatti la crescita è in media per tutti i profili dell’8.65% in un anno.

Proprio così e se per Altroconsumo i conti correnti allo sportello crescono secondo un indicatore del costo complessivo pari alla percentuale appena indicata, va un po’ meglio per i conti online e con componenti di innovazione, i quali manifestano un incremento di costo meno marcato e pari al 2,19%.

Conti correnti con costi in crescita: per quali ragioni

In particolare la tradizionale rilevazione di Altroconsumo registra tra febbraio 2022 e il febbraio 2023 una crescita dell’ICC (indicatore del costo complessivo) dei conti certamente più evidente tra i conti tradizionali usati allo sportello e meno in quelli online ed innovativi. Se ci si chiede del motivo, rispondiamo che la crescita dei costi fissi risulta determinante. Non solo. Secondo Altroconsumo rilievo hanno anche i costi variabili, anch’essi cresciuti (a partire dai pagamenti Cbill del PagoPA).

Ovviamente c’è di mezzo l’inflazione, che ha fatto aumentare un sacco di voci di spesa, come il mutuo, la bolletta ma anche il costo di gestione dei conti correnti.

Vero è che il proprio istituto di credito ha dei precisi obblighi da rispettare in fatto di comunicazione dei costi. Infatti il cd. Riepilogo annuale delle spese dettaglia il quadro dei costi fissi e quelli variabili, consentendo al cliente di aver sempre ben chiaro il quadro della situazione.

Concludendo, non dimentichiamo anche l’indagine annuale di Banca d’Italia, pubblicata a novembre dello scorso anno, e che si riferisce a dati del 2021. Essa informa del fatto che i conti correnti aperti da più di 10 anni costano 113,60 euro l’anno, invece i conti aperti nell’ultimo anno 64,90 euro (tenuto conto anche di quelli online). In termini pratici, i conti più vecchi pesano al correntista ben il 75% in più di quelli nuovi. Insomma, certamente una buona ragione per valutare altre offerte sul mercato ed eventualmente optare per un conto più conveniente.

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