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Economia

Case popolari: la suddivisione delle spese scatena ancora assurdi litigi tra ATER ed inquilini

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Chi deve sostenere le spese per la sostituzione o la riparazione dell’impianto di riscaldamento delle case popolari?

L’ATER è l’Azienda Territoriale per l’Edilizia Residenziale, un ente che ha il compito di occuparsi, per conto di un determinato Comune, degli alloggi popolari, destinati ai soggetti in difficoltà economica.

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Nello specifico, l’Ente gestisce tutte le operazioni riguardanti l’acquisto, la costruzione o il restauro di case da concedere alle famiglie inserite nella graduatoria di merito o di emergenza abitativa.

Scopriamo, più attentamente, le funzioni dell’ATER e i diritti e gli obblighi di coloro a cui vengono affidate le case popolari.

Case popolari: il ruolo dell’ATER

Un Lettore chiede chiarimenti relativi al seguente dubbio:

Buongiorno, circa 30 anni fa sono stato assegnatario di un alloggio ATER a Trieste. Ho compiuto lavori di miglioria, autorizzati da ATER, alla condizione che le migliorie sarebbero rimaste di loro proprietà, se avessi abbandonato l’alloggio. Ora dovrei cambiare la caldaia. […]La manutenzione straordinaria non spetta a loro? Sostengono che la proprietà rimarrà a loro solo quando lascerò l’alloggio. Installare caloriferi e caldaia è stato necessario. […] Come devo fare? Grazie.”

Per rispondere al quesito del nostro Lettore, dobbiamo chiarire quali sono i doveri dell’ATER e degli assegnatari delle case popolari.

L’ATER si occupa dei seguenti aspetti:

  • stipula dei contratti di locazione e relativa registrazione;
  • determinazione dei canoni di locazione e delle spese accessorie;
  • calcolo delle spese condominiali;
  • comunicazione di eventuali problemi condominiali o di manutenzione, se non c’è un amministratore.

Le case popolari in gestione dell’ATER sono riservate, innanzitutto, alle famiglie che hanno difficoltà economiche e che, dunque, non sono in grado di pagare un normale canone di affitto.

I presupposti per poter ricevere un alloggio popolare sono specificati nei vari bandi comunali di assegnazione. In linea di massima, bisogna:

  • non essere proprietari di altri immobili (tranne nel caso in cui siano inadatti ai bisogni familiari);
  • essere residenti nel Comune in cui si trova l’immobile;
  • non essere stati sfrattati, negli ultimi 5 anni, da un precedente alloggio popolare;
  • possedere un reddito che non supera le soglie stabilite nel bando dai vari Comuni;
  • non aver occupato in maniera abusiva un alloggio popolare, negli ultimi 5 anni.

Quali sono le condizioni per poter usufruire delle case popolari?

I nuclei familiari che possiedono i requisiti appena indicati, possono inoltrare al proprio Comune la richiesta di ottenimento di una casa popolare. A tal fine, dovranno allegare la seguente documentazione:

  • copia di un documento di identità in corso di validità;
  • marca da bollo del valore specificato nel bando;
  • dichiarazione ISEE.

In caso di accoglimento dell’istanza, il richiedente viene inserito in una graduatoria, pubblicata dal Comune sia in Municipio sia sul proprio portale web. In questo modo, tutti gli interessati possono verificare la posizione nella lista.

Gli assegnatari, o i loro familiari conviventi, inoltre, dopo almeno 5 anni, possono riscattare la casa popolare che occupano. Il riscatto, tuttavia, non è automatico. Bisogna, infatti, aspettare la pubblicazione di uno specifico bando comunale e possedere i requisiti in esso specificati.

Chi paga per i lavori riguardanti l’impianto di riscaldamento?

È molto probabile che, dopo un certo periodo, sia necessario effettuare degli interventi edilizi, come nel caso del nostro Lettore, residente a Trieste.

La convenzione ATER del Comune di Trieste prevede che gli assegnatari di case popolari possono, dopo aver ricevuto l’autorizzazione dall’Ente, effettuare interventi di installazione, sostituzione o modifica di impianti elettrici e di riscaldamento. In particolare, possono essere oggetto di lavori:

  • la caldaia;
  • i termoconvettori (termosifoni);
  • lo scaldabagno a gas;
  • la stufa a combustibile solido (cioè a legna o a pellet);
  • la pompa di calore elettrica;
  • il foro in facciata, eseguito per l’espulsione di gas combusti o per la ventilazione del piano cottura.

Possono, inoltre, essere modificati:

  • l’impianto idrico e sanitario;
  • l’intubamento del camino;
  • l’impianto gas;
  • l’apparato televisivo interno;
  • l’impianto elettrico.

Per la maggior parte degli interventi, è necessario trasmettere i relativi documenti tecnici.

La sostituzione della caldaia, dunque, rientra tra i lavori che il nostro Lettore poteva effettuare per proprio conto.

Conclusioni

Specifichiamo al nostro gentile Lettore che il Comune di Trieste stabilisce che, per le case popolari, sono a carico del proprietario le spese per il mantenimento dell’immobile e per i lavori di manutenzione necessaria e straordinaria. Spettano, invece, all’inquilino le spese per la manutenzione ordinaria (tra cui la riparazione dei danni causati da cattivo uso o negligenza) e per la manutenzione da deterioramenti derivanti dall’uso.

In ogni caso, l’inquilino ha l’obbligo di segnalare la problematica all’Ufficio Manutenzioni dell’ATER. A seconda del tipo di lavoro da effettuare, poi, l’Ente può autorizzare l’inquilino a procedere in proprio, oppure darà incarico ad una ditta. In quest’ipotesi, le spese sono a carico dell’inquilino.

Nel caso specifico di interventi realizzati sull’impianto centralizzato di riscaldamento, sono a carico del proprietario:

  • l’installazione, la sostituzione e la manutenzione straordinaria dell’impianto e delle sue apparecchiature, per danno accidentale o per adattamento previsto dalla legge;
  • la manutenzione straordinaria del luogo in cui si trova la centrale termica.

Sono, invece, a carico dell’inquilino:

  • la manutenzione ordinaria e la sostituzione di accessori per danni provocati dall’uso;
  • i costi di collaudo;
  • la forza motrice, l’illuminazione della centrale termica e il combustibile;
  • il controllo periodico da parte dei tecnici;
  • i consumi di energia;
  • la manutenzione ordinaria del locale della centrale termica.

Il Lettore, dunque, dovrà attenersi a tale ripartizione degli oneri.

Se hai dubbi o vuoi porre una domanda di carattere previdenziale, fiscale e legge 104, invia qui il tuo quesito.

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