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Economia

Pensione di vecchiaia: i dubbi più ricorrenti dei lettori su requisiti e decorrenza

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Attualmente, e fino al 2026, i requisiti per la pensione di vecchiaia sono 20 anni di contribuzione e 67 di età. Ci sono, però, delle eccezioni.

Per ricevere la pensione di vecchiaia, è necessario cessare l’attività lavorativa? Da quando decorre la prestazione? A quanto ammonta? Sono solo alcuni degli interrogativi che tormentano i lavoratori prossimi al congedo.

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Analizziamo, dunque, la disciplina normativa e scopriamo quali sono le perplessità più diffuse su tale tema.

Pensione di vecchiaia e lavoro dipendente: sono compatibili?

La legge italiana permette la somma dei contributi versati (o accreditati) a vario titolo dal contribuente. A stabilirlo è la Circolare n. 35/2012. Di conseguenza, è possibile cumulare i versamenti da lavoro dipendente e quelli da lavoro autonomo (ad esempio, quelli come dipendenti INPS e quelli delle Casse Professionali) e quelli versati in differenti Gestioni INPS.

Chiariamo ai nostri Lettori che, per l’erogazione della pensione di vecchiaia è richiesta la cessazione del rapporto di lavoro dipendente; in caso contrario, la prestazione non può essere disposta. Tale regola, invece, non si applica per i lavoratori autonomi, che possono continuare ad esercitare la loro attività.

Per coloro che hanno iniziato a versare i contributi a partire dal 1° gennaio 1996 e che, dunque, ricadono nel sistema contributivo, oltre ai due requisiti anagrafico e contributivo, ne è previsto un terzo. L’importo della pensione non deve essere inferiore a 1,5 volte l’importo dell’Assegno sociale.

Non perdere il seguente articolo: “Cambia la pensione di vecchiaia: i requisiti che non ti aspetti“.

Pensione anticipata per gli invalidi all’80%

I lavoratori dipendenti invalidi all’80%, iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria, hanno diritto a conseguire il pensionamento in anticipo. Per tali soggetti, infatti, il limite anagrafico scende a 60 anni, per gli uomini, e 55 anni, per le donne, con una finestra mobile di 12 mesi.

Per usufruire di tale agevolazione, è necessaria una riduzione permanente della capacità lavorativa, derivante da infermità o difetto fisico o mentale, maggiore di un terzo.

È possibile versare i contributi volontari?

Un’altra questione molto dibattuta riguarda un’ipotesi assai frequente. In particolare, la possibilità di versare i contributi volontari per maturare il requisito dei 20 anni di contribuzione, necessario per la pensione di vecchiaia.

A tal fine, bisogna presentare domanda di autorizzazione ai versamenti volontari. Si consiglia, tuttavia, di iniziare a versare già durante il semestre antecedente la richiesta di autorizzazione, per acquisire prima il presupposto.

Potrebbe interessarti anche il seguente approfondimento: “Pensione di vecchiaia: che valore hanno i contributi NASPI? La risposta che elimina ogni dubbio“.

Prescrizione quinquennale per la domanda di pensione di vecchiaia

Cosa succede se si raggiungono i 67 anni di età e i 20 anni di contribuzione ma non si presenta domanda di pensione nell’immediato? Si rischia qualche penalizzazione? In tal caso, i contribuenti devono fare attenzione, perché , c’è la prescrizione quinquennale. Se, dunque, la domanda di pensionamento non viene presentata entro 5 anni dalla maturazione dei requisiti, l’importo spettante non potrà essere superiore alla copertura dei 5 anni antecedenti.

La pensione di vecchiaia, inoltre, decorre dal primo giorno del mese successivo a quello di maturazione dei requisiti richiesti. Per esempio, se l’interessato compie 67 anni a marzo 2023 ma non possiede anche i 20 anni di contribuzione, l’assegno pensionistico avrà decorrenza dal mese successivo a quello di maturazione dell’anzianità contributiva.

Per gli iscritti alla Gestione esclusiva dell’AGO, la prestazione decorre dal giorno successivo alla maturazione dei presupposti.

Quali redditi sono cumulabili?

Il contribuente, già pensionato con assegno ordinario di vecchiaia, può tranquillamente ricominciare a lavorare anche come dipendente. La legge, infatti, non prevede alcuna trattenuta, in tale ipotesi. Questo perché le prestazioni di vecchiaia (retributive, miste o contributive) sono assolutamente compatibili con i redditi da lavoro.

Al riguardo, la Legge Finanziaria 2001 ha introdotto una novità molto conveniente per i lavoratori. L’art. 72 della normativa, infatti, stabilisce che, dal 1° gennaio 2001, le pensioni di vecchiaia a carico dell’Assicurazione Generale Obbligatoria dipendenti, delle Forme di previdenza esclusive o sostitutive della stessa e delle Gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi, sono perfettamente cumulabili con i redditi da lavoro dipendente ed autonomo.

Lo stesso principio, inoltre, si applica anche per le pensioni contributive.

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