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Economia

Assegno di maternità INPA: come si richiede e perché non è una misura molto conosciuta

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Tra i sostegni alla genitorialità c’è l’assegno di maternità erogato dall’INPS ma da richiedere al Comune di residenza. Ecco cosa sapere.

Chiamato anche assegno di maternità di base si tratta di un sussidio assistenziale concesso dai Comuni ma erogato dall’INPS.

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Non è una nuova prestazione poiché è in vigore dal decreto legislativo numero 52 del 26 marzo 2001. I beneficiari sono i cittadini che non hanno una copertura previdenziale oppure questa è limitata a un preciso importo annuale. Ecco i dettagli.

Assegno di maternità: ecco come si richiede perché non è una misura molto conosciuta

L’assegno di maternità è concesso dai Comuni ed è destinato non solo ai cittadini italiani ma anche a quelli comunitari e agli stranieri (purché in possesso del titolo di soggiorno). Ed è erogato in caso di parto, adozione o affidamento preadottivo.

Bisogna possedere specifici requisiti che dipendono reddito che non deve essere inferiore a un soglia prefissata e stabilita in maniera annuale. Inoltre, i cittadini non devono avere una copertura previdenziale oppure, come detto in precedenza, questa deve essere limitata entro un determinato importo. Soprattutto, i beneficiari non devono essere percettori di altri assegni INPS.Però, è bene precisare che questa misura è diversa dall’assegno statale di maternità concesso alle madri disoccupate.

Leggi anche “Bonus figli disabili: l’INPS ha finalmente comunicato la data per la presentazione delle domande

Ricordiamo anche che l’assegno di maternità comunale non è cumulabile con gli altri trattamenti previdenziali. Sempre che non si abbia diritto a percepire la quota differenziale erogata dal Comune.

Come si richiedere e qual è l’importo base

Per ottenere l’assegno di maternità comunale bisogna presentare una domanda al Comune di residenza, purché si soddisfino tutti i requisiti. La domanda deve essere inviata entro 6 mesi dalla nascita del bambino oppure dall’effettivo ingresso del minore in famiglia. Il termine ordinario per l’assegnazione dell’assegno è di 30 giorni.

Riguardo all’importo, l’assegno verrà rivalutato ogni anno in base all’indice FOI dell’ISTAT, ovvero l’indice di valutazione per le famiglie di operai e impiegati. Quindi, la rivalutazione terrà conto delle variazioni dei prezzi al consumo.

Però, per il 2023 l’INPS non ha ancora comunicato gli importi aggiornati.

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