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Economia

Stralcio cartelle esattoriali, attenzione a non gioire troppo presto: chi ha l’ultima parola

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Il Governo ha previsto lo stralcio delle cartelle esattoriali fino a mille euro dal 31 marzo 2023 ma c’è un piccolo significativo dettaglio da conoscere.

Stralcio sì, stralcio no, la direttiva dell’esecutivo non deve necessariamente essere seguita da Comuni ed altri enti creditori.

InformazioneOggi.it

Con la Legge di Bilancio 2023 è stata definita la Rottamazione Quater con una tregua fiscale che dovrebbe alleggerire gli oneri per i contribuenti debitori. Il piano è di cancellare le cartelle esattoriali fino a mille euro e di concedere una rateizzazione per importi superiori annullando sanzioni e interessi. Lo stralcio dovrebbe partire il 31 marzo dell’anno in corso in modo automatico, senza necessità per il cittadino di inviare domanda. La rateizzazione, invece, andrà richiesta entro il mese di aprile 2023 seguendo la modalità che verrà presto resa nota. Il numero massimo di dilazioni è 18, a partire dalla prima rata da corrispondere entro il 31 luglio 2023 e l’ultima entro il 30 novembre 2027. I pagamenti saranno, infatti, trimestrali. Naturalmente si potrà pagare il debito anche in un’unica soluzione. Tutto questo, come detto, per importi superiori a mille euro.

Se la cartella – comprensiva di capitale, interessi per ritardata iscrizione al ruolo e sanzioni – risulta inferiore a mille euro si potrebbe approfittare dello stralcio. Il condizionale è d’obbligo perché la cancellazione potrebbe non essere concessa.

Stralcio delle cartelle esattoriali, il “no” di Comuni ed enti

L’Istituto per la Finanza e l’Economia Locale ha chiarito alcuni importanti dettagli con riferimento allo stralcio delle cartelle esattoriali previsto dalla Legge di Bilancio. Come detto la cancellazione riguarderà le cartelle sotto i mille euro affidate all’Agenzia delle Entrate dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2025. Il dettaglio fondamentale è che Comuni ed enti diversi dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali non sono obbligati a concedere l’annullamento del debito. Possono evitare lo stralcio e la cancellazione automatica della cartella.

Dovranno solamente compilare un modello in cui si rende nota all’Agenzia delle Entrate la propria volontà di non aderire allo stralcio e le motivazioni di tale scelta ed inviarlo entro il 31 gennaio. Non solo, anche qualora l’annullamento venisse accordato farebbe riferimento solo alle sanzioni e agli interessi di mora. Il capitale dovrebbe essere comunque corrisposto così come le somme a rimborso delle spese relative alle procedure esecutive e di notifica delle cartelle stesse. In caso di multe stradali o sanzioni amministrative, poi, lo stralcio riguarderebbe esclusivamente gli interessi e non le sanzioni, il capitale e le altre spese.

Cosa farà il proprio Comune?

I debitori devono sapere come agirà il proprio Comune. Concederà la cancellazione delle cartelle oppure no? Saranno le amministrazioni stesse o gli enti a dare notizia dell’adesione o meno ai provvedimenti previsti dal Governo Meloni pubblicando la decisione sui portali internet istituzionali. In questo modo i cittadini sapranno se devono pagare interamente il debito o solo in parte.

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