Sono in pochi a conoscere il bonus barriere architettoniche e per questo perdono una interessante occasione.
I caregiver familiari sanno bene quanto le barriere architettoniche sono un impedimento per il movimento di una persona con disabilità.
Per questo motivo la legge consente di usufruire di alcune agevolazioni fiscali per effettuare un comodo accesso al proprio appartamento o edificio condominiale. Tra queste c’è anche il bonus barriere architettoniche. Ecco in cosa consiste e per quali lavori può essere richiesto.
Il bonus barriere architettoniche è una agevolazione finalizzata alla detrazione fiscale del 75% per le spese effettuate per i lavori di manutenzione straordinaria sia di un edificio sia di un immobile privato. Le spese dovranno essere effettuate entro il 31 dicembre 2025 e potranno essere recuperate tramite:
Attenzione però ai limiti di spesa senza i quali la detrazione del 75% non sarà possibile:
La legge prevede che il bonus sia valido fino al 2025 e può essere richiesto non solo da una persona con disabilità o che abbia compiuto i 65 anni. Infatti, questa agevolazione fiscale riguarda il lavoro da effettuare e non la condizione del richiedente/contribuente.
Il decreto ministeriale numero 236/1989 definisce barriere architettoniche qualsiasi ostacolo che:
Secondo la circolare numero 19/E/2020 dell’Agenzia delle Entrate il bonus barriere architettoniche può essere fruito per i seguenti lavori:
In particolare, l’Agenzia delle Entrate specifica che nel bonus rientrano le spese sostenute per i montacarichi, gli elevatori esterni all’abitazione, la sostituzione dei gradini con rampe, la realizzazione di strumenti (come la robotica) che migliorano la mobilità interna ed esterna delle persone con disabilità grave.
Inoltre, la circolare specifica che il bonus barriere architettoniche rientra nelle agevolazioni legate alla ristrutturazione edilizia.
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