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Donald Trump a rischio, fioccano le denunce, ma Jake Angeli ‘lo sciamano’, che fine ha fatto?

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Dall’altra parte dell’Oceano non deve passarsela proprio bene Donald Trump, l’ex presidente Usa è stato denunciato per sommossa e frode. Si tratta del tristemente celebre episodio dell’assalto a Capitol Hill.

Qualcosa di mai accaduto nella storia a stelle e strisce, la Casa Bianca trema e la democrazia pure.

InformazioneOggi

Qualcosa di inimmaginabile, un vero guinness nella storia made in Usa, una commissione parlamentare ha sottoposto a denuncia un ex presidente al ministero della giustizia, per crimini e illeciti di gravità unica. Manco a dirlo il presidente in questione Donald Trump.

Donald Trump sottoposto all’esame della giustizia

Il gruppo parlamentare che da 18 mesi è impegnato nell’indagine sul tristemente celebre episodio dell’ assalto al Capitol Hill datato 6 gennaio 2021 ha terminato la sua ultima sessione pubblica dando approvazione unanime al report conclusivo dell’inchiesta e prendendo la decisione di sottoporre all’esame della giustizia Donald Trump per almeno quattro crimini:

aver appoggiato o sostenuto una sommossa, aver ostacolato il Congresso nell’attestazione della vittoria di Joe Biden, aver congiurato per disporre infondate affermazioni (al governo federale) e per truffare gli Stati Uniti. Chi più ne ha più ne metta.

Un simile contesto può ledere e non poco alla sua nuova battaglia presidenziale, affrescandolo come il direttore artistico di un’operazione prefissata con la menzognera dichiarazione di trionfo, la “grande bugia”sui raggiri di massa e l’incitamento ad una marcia rivoltosa sul Capitol.

Il deferimento non giunge solamente per il magnate. Denunce fioccano anche per il suo ex legale John Eastman, tra gli artefici del tentativo di rovesciare il voto, e altri vicini collaboratori di Trump.

In più, quattro membri del parlamento appartenenti all’ala repubblicana saranno denunciati alla commissione etica della Camera per non aver ossequiato alle chiamate in giudizio.

I timori di Biden e della Casa Bianca

La rappresentate della Casa Bianca, Karine Jean-Pierre, è stata molto chiara a riguardo. La democrazia statunitense permane sotto minaccia, ed è per questo che ciascuno dovrà interpretare il suo ruolo al fine di tutelarla.

Sintomatico anche quanto affermato dal democratico Jamie Raskin, tra i nove parlamentari “inquirenti”, alla conclusione della seduta:

Il nostro non è un sistema dove i fanti vanno in prigione e le menti e i capobanda restano in liberta.

Insomma, un sistema all’italiana, per intenderci.

Donald Trump ha abbondantemente palesato la sua incapacità alla gestione di qualsivoglia mansione pubblica. Opinione largamente condivisa e certificata da Liz Cheney, una dei due unici repubblicani della delegazione, di cui detiene la vicepresidenza.

Nessun altro presidente della storia degli Stati Uniti era arrivato a tanto. Trump non mosse un dito, comodo nella dining room fuori dell’Ufficio Ovale guardando dalla televisione la prepotente insurrezione al Capitol.

Dal magnate americano non arrivò alcun invito pubblico diretto ai suoi “ultrà”, mai persuasi a disperdersi e ad abbandonare il Capitol, sebbene le pressioni del personale della Casa Bianca e di decine di altre personalità.

Tantissimi gli agenti presi di mira e rimasti feriti, altrettanti i voti ma soprattutto le vite messe a repentaglio durante quei momenti.

La condotta di Trump oltre che avversa alla legge palesò una totale debacle etica e una lampante inosservanza del dovere.

Trump rischia grosso, altro che Natale

La denuncia non vincola il dipartimento di giustizia a percorrere alcuna operazione, sebbene mandi un preciso e deciso messaggio sulle responsabilità dell’ex presidente nel tumulto del Campidoglio.

A ogni modo il dipartimento ha già acceso i riflettori su Trump per via di un’inchiesta penale sul medesimo episodio, come pure in quella dell’esproprio di documentazione classificata nella sua abitazione di Mar-a-Lago.

A rendere ancor più complessa la situazione del magnate americano potrebbe pensaric la commissione fiscale della Camera nel caso si rendessero pubbliche le sue dichiarazioni dei redditi di ben otto anni dopo essere stata in grado di farle proprie.

Condannati del Capitol Hill, lo sciamano

Il volto più celebre dell’assalto, lo sciamano, al mondo come Jacob Chansley. Il più noto personaggio della sommossa a Capitol Hill paga con 41 mesi di detenzione, la condanna più severa.

Medesimo il destino di Scott Fairlamn, un ex combattente Mma che ha riconosciuto di aver attaccato un agente di polizia. Paul Hodginks, il terzo dei rivoltosi ammanettato, ha ricevuto una condanna di 8 mesi.

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