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Pensioni

Pensione anticipata: è possibile smettere di lavorare a 64 anni con 20 di contributi, sono in pochi a saperlo

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La pensione anticipata contributiva è una straordinaria opportunità per chi desidera smettere di lavorare prima. Come si accede?

Si attende la prossima Legge di Bilancio 2023, per scoprire il destino di alcune forme di flessibilità in uscita. Intanto, si cerca di scongiurare il ritorno ai requisiti fissati dalla Legge Fornero e si spera che il prossimo anno intervenga, finalmente, una seria Riforma delle Pensioni.

InformazioneOggi

Uno degli strumenti a disposizione dei contribuenti, per evitare di attendere la maturazione dei requisiti previsti per la pensione di vecchiaia, è la pensione anticipata contributiva. La misura, tuttavia, non è aperta a tutti e la legge stabilisce delle differenze tra uomini e donne.

Vediamo, quindi, a chi spetta e quali sono i presupposti richiesti dall’attuale normativa.

Per ulteriori informazioni, leggi il seguente articolo: “Pensione anticipata contributiva a 64 anni: l’opportunità che non tutti conoscono, ma è davvero vantaggiosa?

Pensione anticipata contributiva: a chi è riservata?

Per l’accesso alla pensione anticipata contributiva, i contribuenti devono possedere i seguenti requisiti:

  • 64 anni di età;
  • 20 anni di contributi effettivamente versati;
  • assegno maturato uguale ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale. Per il 2022, la cifra mensile dell’assegno sociale è pari a circa 469 euro. Di conseguenza, per avere diritto alla pensione anticipata contributiva, è necessario maturare un assegno previdenziale uguale o superiore a 313 euro.

I seguenti presupposti sono validi sia per le donne sia per gli uomini, assicurati presso l’INPS (lavoratori dipendenti, anche del pubblico impiego, e autonomi).

Quello che bisogna specificare, però, è che tale strumento è previsto solo per coloro che non hanno ancora conseguito l’età anagrafica per la pensione anticipata ordinaria e che rientrano nel sistema contributivo puro. In particolare, si tratta di:

  • nuovi assunti dal 1996, che non hanno versamenti previdenziali prima di tale data. Se si possiedono contributi precedenti al 1° gennaio 1996, si può procedere al cumulo con i contributi in Gestione Separata. L’assegno pensionistico sarà determinato con il sistema contributivo;
  • lavoratori con anzianità contributiva minore di 18 anni al 31 dicembre 1995, a patto che abbiano anche 15 anni di contribuzione versata, di cui 5 successivi al 1995.

La legge, inoltre, non stabilisce finestre mobili; questo significa che, l’erogazione della pensione avviene nel momento in cui si raggiungono i presupposti richiesti, senza dover attendere alcuno slittamento.

Precisazioni sul presupposto contributivo

La pensione anticipata contributiva è un’ulteriore modalità di pensionamento che affianca la pensione di vecchiaia e quella anticipata ordinaria.

Per quanto riguarda la maturazione del requisito contributivo, è opportuno fare delle precisazioni. Vengono, infatti, considerati solo i contributi accreditati a partire dal 1° gennaio 1996 ed, inoltre, valgono solo quelli effettivamente versati (obbligatori, volontari, da riscatto), tranne quelli figurativi.

La normativa, poi, consente il cd. cumulo all’interno di differenti Gestioni INPS. Questo meccanismo ha luogo in due ipotesi:

  • quando tutti i contributi sono stati pagati a partire dal 1996 e non si possiedono versamenti precedenti a tale data;
  • nel caso in cui si può scegliere il computo nella Gestione Separata, poiché si possiede contribuzione versata in quest’ultima.

Il computo nella Gestione Separata, tuttavia, è possibile solo a tali condizioni:

  • possedere versamenti previdenziali prima del 1996;
  • avere meno di 18 anni di contributi accreditati prima del 1996;
  • possedere almeno 5 anni di contributi a partire dal 1996;
  • aver maturato almeno 15 anni di contributi complessivi.

Potrebbe interessarti anche: “Pensione a 64 anni: due incredibili modi per ottenerla“.

Pensione anticipata contributiva: è conveniente per tutti?

La pensione anticipata contributiva può essere vantaggiosa, senza dubbio, per i lavoratori che hanno cominciato a versare contributi a partire dal 1996. Il discorso, invece, è differente che coloro che hanno versamenti prima del 1996 perché, in tal caso, bisogna ponderare bene le proprie scelte e verificare i rischi del passaggio dal sistema misto a quello contributivo puro. Il metodo contributivo puro, infatti, rispetto al calcolo misto, prevede delle penalizzazioni sull’importo totale dell’assegno pensionistico.

Per avere piena consapevolezza dei costi e dei benefici, è opportuno effettuare una simulazione della pensione spettante. In questo modo, si può verificare in che modo il ricalcolo contributivo della pensione ne riduce l’ammontare. A tal fine, un elemento fondamentale, è valutare quanto tempo manca al compimento dei 67 anni di età, necessari per l’accesso alla pensione di vecchiaia, senza alcun tipo di penalizzazione.

Infine, un aspetto molto importante è che anche la pensione di vecchiaia prevede il raggiungimento di almeno 20 anni di contribuzione. Inoltre, per i cd. contributivi puri, cioè coloro che non hanno versamenti previdenziali prima del 1996, è necessario che la pensione sia uguale ad almeno 1,5 volte l’assegno sociale.

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