È un tema ricorrente quello delle pensioni 2023, tra ipotesi e timori, ma cosa cambierà effettivamente e quali misure resteranno per andarci: i dettagli
Da più parti si parla di pensioni 2023, con varie ipotesi, tra timori e speranze, in merito ai meccanismi di uscita: ecco dunque alcuni aspetti su cui soffermarsi, cosa cambia e cosa resta, come andare in pensione, a quale età e altri dettagli.
La questione delle pensioni sta a cuore a tutti ed è sempre un argomento che desta grande attenzione, a maggior ragione in un momento come questo in cui se ne parla molto. Rispetto alla riforma pensioni 2023, si ipotizza ad esempio Quota 41 con 61 o 62 anni.
In tale rincorrersi di possibilità e ed ipotesi, sono in tanti ad essere un po’ allarmati rispetto alle eventuali novità che potrebbero esser introdotte dall’Esecutivo. Tuttavia, non si considera un aspetto, ovverosia che, in merito a quest’anno, rispetto alla questione previdenziale, non vi saranno grossi cambiamenti.
Ciò dal momento che in effetti la misura che verrebbe a mancare sarebbe Quota 102, non oggetto di rinnovo e che potrebbe venir sostituita da un’altra misura. Una che potrebbe prevedere sessantuno anni di età anagrafica e quarantuno lato contribuzione.
Tuttavia, l’accesso al pensionamento a sessantadue oppure sessantaquattro anni sarebbe ancora qualcosa di realizzabile anche nel 2023.
Argomento e questione di grande interesse dunque quello che si lega alle pensioni e come andarci, tema non a caso sentito e di cui si parla molto.
L’aspetto nuovo della vicenda potrebbe essere rappresentato dalla sola misura flessibile che potrebbe vedere la propria introduzione. Quella cioè che andrebbe a sostituire Quota 102, ancora però impiegabile da coloro che hanno soddisfatto i requisiti previsti entro la fine di quest’anno.
Per quanto attiene APE Sociale e Opzione Donna, si tratta di misure che dovrebbero essere confermate e prorogate. Rilevanti cambiamenti dovrebbero riguardare invece l’eventuale riforma pensioni su cui il Governo dovrà lavorare nei prossimi anni. Ovverosia la riforma che andrà a modificare la Legge Fornero e che potrebbe invece avere un effetto più netto.
Gli eventuali interessati, nel 2023, potrebbero accedere al pensionamento a sessantadue anni mediante la RITA, per esempio. Ovverosia, vent’anni di contributi e l’iscrizione ad un fondo pensione complementare.
Al contempo, possibilità anche di farlo a sessantuno anni e sette mesi, e quantomeno trentacinque di contributi, circa chi ha avuto modo di svolgere lavoro usurante.
Con vent’anni di contributi, possibilità per l’uscita a sessantaquattro anni impiegando quella anticipata contributiva. A condizione però che i contributi siano stati versati tutti nel contributivo, sin dal 1996 o con scelta del computo in gestione separata. E ancora, di aver maturato un assegno quantomeno di 2,8 volte quello sociale INPS.
Al momento dunque non è possibile parlare di una vera e propria riforma delle pensioni se, come sembra, in effetti vi sarà una misura che non sarà rinnovata, Quota 102, e che verrebbe sostituta da una che ancora non è noto quale sia. E su tale punto si ragiona, tra ipotesi e calcoli.
Non è possibile spingersi troppo in là e sapere cosa accadrà in seguito, non vi sono elementi al riguardo.
Attualmente, rispetto al resto del sistema della previdenza, non dovrebbero intervenire cambiamenti, e dunque si andrà in pensione con quella di vecchiaia a sessantasette anni. Così come l’accesso alla pensione anticipata, al di là dell’età, una volta raggiunti i quarantadue anni e dieci mesi di contributi per gli uomini. E 1 in meno per quanto attiene alle donne.
Il cambiamento che potrebbe dunque arrivare riguarderà una modalità in più per l’accesso all’uscita dal lavoro.
Ad ogni modo non resta che attendere i vari ed eventuali sviluppi per scoprire in che direzione si andrà. Così come, per saperne maggiormente ed informarsi, chiarendo eventualmente dubbi, è opportuno approfondire temi ed elementi presso esperti del campo.
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