Il bonus bollette rientra tra i benefit aziendali che i datori di lavoro possono erogare ai lavoratori dipendenti per aiutare a combattere l’aumento dei prezzi.
L’ex Governo Draghi ha reso possibile per le aziende sostenere i dipendenti aumentando il limite dei fringe benefit aziendali.
Le famiglie italiane necessitano di sostegni economici in questo periodo in cui l’inflazione è alle stelle e l’aumento del costo della vita in continua crescita. Gli interventi del Governo Meloni serviranno per affrontare i prossimi mesi di disagi ma nel frattempo i lavoratori possono fare affidamento sulle misure previste dal vecchio esecutivo in relazione ai benefit aziendali. Nello specifico il riferimento è ad una manovra particolare con cui la soglia dei fringe benefit è stata alzata da 258,23 euro a 600 euro. Un valore dei vantaggi nettamente superiore che le aziende possono proporre ai dipendenti per aiutarli a pagare le bollette delle utenze di luce e gas senza che il sostegno economico sia sottoposto a tassazione IRPEF.
Per fringe benefit si intendono compensi non versati sotto forma di denaro ma come beni e servizi descritti nella busta paga del dipendente. Tra gli esempi dei benefit citiamo i buoni pasto, i buoni benzina, il telefono aziendale, l’auto aziendale, l’assistenza sanitaria, la concessione dei prestiti, l’acquisto di azioni e le polizze assicurative nonché gli alloggi messi a disposizione del lavoratore.
Il valore di questi vantaggi è, oggi, di 600 euro. L’aumento è legato alla consapevolezza che l’inflazione sta schiacciando le famiglie italiane e il solo stipendio non basta per affrontare l’attuale costo della vita. Con il contributo erogato dai datori di lavoro, i dipendenti potranno pagare le bollette senza preoccuparsi della tassazione IRPEF. Il Bonus bollette, nello specifico, potrà essere sfruttato fino al 12 gennaio 2023 con riferimento ai consumi dei dodici mesi del 2022. Per non perdere l’occasione, però, sarà necessario prestare molta attenzione alla documentazione.
Il datore di lavoro ha il compito di conservare la documentazione che attesta il rispetto del limite di 600 euro. I documenti dovranno confermare che le somme sono servite per il pagamento delle utenze. Inoltre, il dipendente dovrà firmare – se richiesto dal datore – una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà.
Questa dichiarazione dovrà contenere i dati dell’intestatario della bolletta, la tipologia di utenza, la cifra totale rimborsata e la conferma che le spese non siano state oggetto di un rimborso precedente. La circolare dell’Agenzia delle Entrate in cui viene specificato l’utilizzo dei benefit è la numero 35 del 2022. Nel testo si legge, poi, che se al momento del conguaglio le somme erogate o rimborsate dovessero superare superiori a 600 euro allora l’intero importo corrisposto dovrà essere assoggettato a tassazione IRPEF. Attenzione, dunque, a restare nel limite e alla corretta conservazione della documentazione.
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