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Assegno invalidità e pensione di vecchiaia: quanti anni di contributi, la verità poco conosciuta

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Alcuni dettagli su Assegno ordinario di invalidità e pensione di vecchiaia: il punto sugli anni di contributi che servono, aspetti a seguire.

Sono tanti gli elementi che destano attenzione quando si affrontano temi legati a pensione di vecchiaia ed assegno ordinario di invalidità: alcuni aspetti in merito agli anni di contributi.

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Come noto, devono quantomeno vent’anni di contributi per accedere, per raggiunti limiti di età, alla pensione di vecchiaia. Ciò ha valore per coloro con versamento contributi anche prima del 1996, dal momento che, al contrario, soltanto contributi ed età potrebbero non esser sufficienti.

Rispetto ai contributivi puri, a sessantasette anni, si richiede anche che l’assegno abbia importi che sia pari oppure maggiore di 1,5 volte l’assegno sociale INPS. Non sempre ciò si può, con vent’anni di contribuiti.

Tuttavia, in taluni casi, ai soggetti invalidi e circa la pensione di vecchiaia, potrebbero bastare soltanto diciassette anni di contributi.

AOI e pensione di vecchiaia: il punto sui contributi e altri aspetti

Non mancano spunti ed elementi rilevanti quando si affrontano temi economici, si pensi ad esempio alla riforma pensioni 2023, occhio alle scadenze delle uscite anticipate e cosa può cambiare.

Oppure, ancora in tema pensione, dettagli su contributivo e calcolo e relativo funzionamento.

Nel momento in cui, tornando al punto, si riconosce ad un soggetto l’invalidità civile, ciò vuole dire che quest’ultimo vedrà certificarsi una perdita della capacità lavorativa, in percentuale. Ciò fa riferimento ad una valutazione di tipo generale, dunque un soggetto invalido al settantacinque per cento, ah perso 3/4 della propria capacità di lavoro.

Per quanto concerne l’assegno ordinario di invalidità, la perdita di tale capacità, si deve riferire alla mansione che si svolge, o ancora alle attitudini. Fermo restando le perdite delle capacità lavorative generali che vengono certificate agli invalidi con invalidità civile, che non cambiano.

Tuttavia, la valutazione riguardo il riconoscimento dell’assegno AOI è di tipo diverso.

Come ipotesi, si prenda ad esempio un soggetto che ha perso la propria gamba. Questi avrà l’invalidità civile, benché l’assegno ordinario spetti a seconda del lavoro di cui si occupa, viene spiegato. Nel caso di un impiegato ad esempio, ciò non va ad influire sulle attività lavorative.

Nel caso di un contadino, per fare un altro esempio, si ha la perdita della capacità di lavoro e potrebbe aver diritto all’assegno.

Un soggetto invalido che si vedesse riconosciuto l’AOI potrebbe anche smettere di svolgere la propria attività, dal momento che a seguito della menomazione/patologia riscontrata potrebbe essere tutto troppo faticoso, si legge. Ma quali sono gli aspetti da sapere, nel caso ciò avvenisse e qualora mancassero ancora degli anni per raggiungere i venti per la pensione di vecchiaia.

Assegno ordinario invalidità e contributi figurativi

L’AOI è coperto da contribuzione figurativa in talune determinate casistiche, tra cui anche quella legata alla mancanza di alcuni anni per raggiunge il diritto alla pensione di vecchiaia.

Il soggetto invalido può vedersi riconosciuti sino ad un max. di tre anni di contributi figurativi nel corso della fruizione dell’assegno ordinario di invalidità, qualora non svolgesse attività lavorativa. Ciò, per permettere l’ottenimento di tale diritto.

Tuttavia, occorre prestare attenzione in merito a tale contribuzione figurativa. È si valida rispetto al diritto della pensione, ma non la si impiega nel calcolo circa l’assegno. Il calcolo di quest’ultimo avvera soltanto circa gli anni cui vi è stato effettivamente versamento.

Bisogna poi prestare attenzione anche ad un altro aspetto, dal momento che tale beneficio per l’invalido circa il raggiungimento del dritto all’ottenimento della pensione di vecchiaia ha valore soltanto per tale misura.

Nel momento in cui, ad esempio, all’eventuale persona in questione con invalidità mancassero tre anni per i trentotto di contributi per quota 102, non vedrebbe il riconoscimento di tale beneficio. Idem per le altre uscite anticipate.

Il tema in oggetto ha valore solo e soltanto per la pensione di vecchiaia. E dunque circa la pensione di vecchiaia anticipata per lavoratori invalidi. Il cui ottenimento si ha con l’ottanta per cento di invalidità e quantomeno vent’anni di contributi. E soltanto dal momento che pure in tal caso si fa riferimento ad un trattamento di vecchiaia.

Questi, alcuni dettagli in merito. Tuttavia è bene ed opportuno che ciascuno si informi e approfondisca. Per saperne maggiormente e per il chiarimento di eventuali dubbi. Anche attraverso un confronto con soggetti competenti ed esperti.

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