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Sintomi dell’Alzheimer, incredibile come si rivela già con gli errori nella scrittura: lo studio

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I sintomi dell’Alzheimer non sono sempre eclatanti come tendiamo a credere, anzi. Una delle prime avvisaglie ce la dà il nostro modo di scrivere.

A chi non capita di fare qualche errore mentre scrive a penna? Probabilmente a tutti. Ma uno studio ha permesso di capire la differenza tra un semplice refuso e la manifestazione della malattia degenerativa del cervello conosciuta come Alzheimer.

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Come sappiamo, per alcune malattie ad oggi non vi sono cure risolutive al 100%. Nel caso di demenza cerebrale, e più specificatamente per l’Alzheimer, si stanno facendo enormi progressi. Ma una delle armi migliori per combatterla rimane sempre la prevenzione.

Sono tante le tante modalità che abbiamo per capire se saremo più predisposti a contrarre questa malattia. Innanzitutto può concorrere la familiarità. Poi lo stile di vita. Infine, la consapevolezza che l’Alzheimer non arriva all’improvviso, almeno nella sua forma più grave. Ma ci dà qualche indizio. Ecco cosa ha rivelato un recente studio.

Sintomi dell’Alzheimer, incredibile come si rivela già con gli errori nella scrittura: lo studio

Molti di noi probabilmente oggi scrivono molto meno con la penna, perché siamo abituati a digitare su tastiere di pc e smartphone. Ma può ancora capire di elaborare documenti a mano, per lavoro o per scopi personali.

Ebbene, controllare il nostro modo di scrivere può aiutarci a capire se siamo a rischio Alzheimer. Uno studio condotto nel 2020 ha fatto comprendere come le irregolarità nella grafia possono essere uno dei primi sintomi. Che non necessariamente avvengono in persone anziane.

Lo studio, pubblicato sulla rivista scientifica “Wiley Online Library“, mette a confronto alcuni errori con le capacità sia cognitive che muscolari. Se compromesse, anche in minima parte, portano il soggetto a non scrivere più come prima le parole. Non solo nella forma – lettere “storte” o scrittura “traballante” – ma anche nella grammatica e nella punteggiatura.

Gli studiosi mettono a confronto alcuni scritti di pazienti dal momento della diagnosi di demenza in poi. Ciò che se ne evince è un progressivo peggioramento dell’elaborazione del testo. Mentre per quanto riguarda l’espressione orale sembra che vi siano minori impatti.

Durante il decorso della malattia, che come sappiamo è degenerativa e non si può formare totalmente, il paziente cambia il modo di scrivere. Non solo a livello grafico.

Utilizza un vocabolario più limitato, frasi più semplici e spesso con la punteggiatura mancante o errata. Anche l’uso della maiuscole e minuscole cambia considerevolmente, così come i segni sulle lettere (ad es. gli accenti). In alcuni casi compaiono ripetizioni di frasi e/o concetti. Nelle fasi finali della malattia, la scrittura diventa illeggibile. È il chiaro segno che le capacità cognitive sono ormai compromesse, così come quelle muscolari.

Conoscere questi effetti della malattia può aiutare a diagnosticarla precocemente e quindi ad attuare tutte quelle che sono le attuali terapie. La Scienza sta facendo enormi passi avanti anche in tal senso, e la speranza è che prima o poi si riesca a trovare una cura risolutiva per questa terribile condizione che colpisce sempre più persone, in Italia e nel mondo.

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