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Draghi furioso a Bruxelles, l’energia ci dividerà!

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Draghi ha preso la parola a Bruxelles sulla questione energetica e sullo stato attuale del problema. Parole piuttosto pesanti quelle dell’ormai ex premier.

Sarebbe più sincero ammettere che si è divisi, per il nostro Paese la sola alternativa consterebbe nel intraprendere percorsi autonomi da Russia e Nord Europa.

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Mario Draghi è tassativo. La sua amarezza è ben visibile all’incontro andato in scena a Bruxelles. Le conclusioni del summit sarebbero del tutto inaccettabili, all’insegna del non equilibrio tra le parti.

Draghi furioso a Bruxelles, l’energia divide

Per Mario Draghi non vi è dubbio, sarebbero devastanti le problematiche conseguenza dalla inefficace azione sui costi del gas, si è sovvenzionato Putin innescando la recessione. Soprattutto un passaggio mette in evidenza la sua insoddisfazione:

Basta fare finta che siamo uniti, meglio riconoscere che siamo divisi. L’Italia può andare sulla sua strada, indipendente da Russia e Nord Europa .

Urge l’avvalersi di disposizioni in grado di incidere sull’andamento dei prezzi, si pensi solamente all’istituzione di un “price cap” e a un moto riformatore del commercio elettrico.

L’ultima uscita da Premier, il dossier sul price cap

Mario Draghi veste i panni del premier per l’ultima volta. Nel corso della sua ultima missione politica è tra i primi a prendere la parola in occasione del summit europeo in cui tema caldo all’ordine del giorno è stato il fascicolo inerente il price cap sul gas.

Un discorso riferito da fonti europee come piuttosto terso e deciso circa il futuro europeo e del nostro Paese. Il premier ha affermato come l’Unione Europea corra il pericolo di una scissione del mercato che potrà avvertire riverberi negativi sull’unione degli Stati membri qualora i Paesi aventi migliore dinamicità fiscale cominciassero a operare in proprio. Un’attinenza alla decisione tedesca di muoversi con una strategia anticrisi quanto mai ampia (duecento miliardi di euro per il prossimo biennio).

Oltre alle incidenze sui costi, il premier ha rammentato la congiuntura recessiva cui l’Europa sta andando incontro. I Paesi membri dovrebbero dimostrare facoltà di spesa collettiva per tutelare l’uguaglianza di status nel mercato interno. Non è una faccenda solidale ma di protezione del mercato interno, ha ancora ribadito.

Draghi ha anche proseguito riferendosi alla necessità di una cassa comune da destinare non solamente a finanziamenti, ma anche per moderare i prezzi energetici.

Impeccabile fino all’ultimo giorno di scuola, verrebbe da dire.

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