I titoli di Stato BTP a medio-lungo termine salgono e scendono a secondo della fluttuazione del mercato finanziario.
Attualmente due sono i titoli di Stato da tenere sotto controllo: il BTP con scadenza 10 anni e quello con scadenza a 30 anni.
Quando si investe in un titolo, soprattutto se consideriamo la durata, in pochi considerano la variabile rischio di credito. Questa è una variabile neutrale, ovvero non sempre possiamo calcolare cosa succederà a un titolo investito.
Ad esempio, se investiamo un BTP a 10 anni possiamo immaginare cosa potrebbe succedere al creditore. In fondo 10 anni non solo molto lontani. Invece, se investiamo a 30 anni diventa difficile sapere cosa succederà perché il periodo di tempo è troppo lungo.
Il BTP a 10 anni è arrivato a toccare la soglia del 5% che rappresenta il massimo rendimento degli ultimi tempi.
Purtroppo, dopo la dichiarazione della Banca d’Inghilterra acquistare Gilt (titoli di stato emessi Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord) i BTP, ma in realtà in tutto il mercato europeo, sono scesi di valore assestandosi a quota 4,50%.
Invece, i BTP 30 anni ha toccato una soglia del 4,90%, rendimento interessante se non fosse a causa della scadenza. Insomma, se i rendimenti tra i due titoli sono simili quale scegliere? La risposta non è semplice.
Il BTP ha come punto di forza la cedola netta effettiva. Infatti, chi investe in un BTP a 10 anni avrà una cedola annua del 2,50% lordi (netti sono 2,19%). Il prezzo acquisto si aggira intorno agli 84 centesimi (2,60%).
Il BTP a 30 anni (che scade a settembre 2052), invece, ha una cedola lorda del 2,15% e netta dell’1,18%. Si acquista a meno di 64 centesimi ma con un rendimento di 2,95%. Quindi, lo 0,35% in più del BTP decennale.
Considerare i titoli da investire in base al rendimento è difficile e tutto dipende da qual è il motivo per cui abbiamo acquistato il titolo.
Considerando il già citato rischio di credito, se i tassi dovessero scendere la lunga durata del titolo fare registrare guadagni più alti di quello a 10 anni. Ma, in caso contrario, quindi se i tassi dovessero continuare ad alzare ci sarebbe una perdita dei rendimenti.
Vi è una regola citata anche da Investire Oggi: comprare i titoli lunghi quando i tassi sono alti e i titoli brevi quando i tassi sono bassi.
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