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Economia

Indennità di frequenza: le operazioni per rinnovarla, non tutti le conoscono

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L’indennità di frequenza è un trattamento soggetto a scadenza? In tal caso, in che modo va rinnovata? Tutte le informazioni da sapere.

L’indennità di frequenza è una misura erogata dall’INPS nei confronti di tutti i bambini e ragazzi che hanno problemi nello svolgimento di funzioni e compiti della loro età.

Foto Canva

È un trattamento che ha una scadenza e, dunque, va rinnovato. Il motivo per il quale l’indennità di frequenza, a differenza di altre prestazioni che si rinnovano automaticamente, scade è ben chiaro. La misura in oggetto è un’indennità economica di natura assistenziale, che viene riconosciuta solo se si possiedono determinati requisiti reddituali. Se, dunque, questi ultimi variano, è necessario dimostrare di possedere ancora le carte in regola per l’accredito.

Ma procediamo con ordine e vediamo in cosa consiste tale istituto e come si rinnova.

Non perdere il seguente articolo: “INPS, un’indennità per i genitori da 500 euro: basta solo inviare una semplice domanda“.

Indennità di frequenza: a chi spetta?

L’indennità di frequenza viene riconosciuta dall’INPS ai seguenti soggetti:

  • minori di 18 anni con disabilità;
  • minori ipoacusici, con perdita uditiva superiore ai 60 decibel nell’orecchio migliore, nelle frequenze di 500, 1.000 e 2.000 hertz.

In tutti i casi, la legge stabilisce una determinata soglia massima reddituale. Per avere diritto alla prestazione, infatti, bisogna possedere un reddito non maggiore da 5.010,20 euro annui.

Oltre a questi due requisiti, i genitori del beneficiario devono provare che il figlio frequenta:

  • l’asilo nido o la scuola materna (come specificato dalla Circolare INPS n. 11/2003). In questa ipotesi, è necessario inoltrare all’INPS, ogni anno, un apposito certificato di frequenza scolastica;
  • la scuola pubblica o privata (dunque, asilo, scuola primaria e scuola secondaria), fino all’età di 18 anni. È richiesta una frequenza pari a tre quarti dell’orario scolastico previsto annualmente;
  • centri ambulatoriali, sia pubblici sia privati, centri diurni (anche di natura semi-residenziale), specializzati nel trattamento terapeutico, nella riabilitazione e nel recupero di soggetti portatori di handicap. La frequenza può essere continuativa o periodica, ma mai occasionale. A sottolinearlo è il Messaggio INPS n. 728 del 30/01/2015;
  • istituti di formazione e addestramento professionali, pubblici o privati, destinati al reinserimento sociale e scolastico.

Cosa accade al compimento dei 18 anni di età?

Per il 2022, la cifra accreditata come indennità di frequenza è pari a 291,69 euro al mese, per 12 mensilità. Spetta non solo ai cittadini italiani, ma anche ai minori comunitari, regolarmente iscritti all’Anagrafe del Comune di residenza e ai minori extracomunitari residenti nel nostro Paese.

L’INPS versa la prestazione fino al compimento dei 18 anni; tuttavia, se le difficoltà perdurano, il minore diventato maggiorenne ha la facoltà di presentare domanda per l’Assegno di invalidità o per la pensione. A tal fine, dovrà essere sottoposto a visita medica dinanzi alla Commissione ASL, per il riconoscimento della percentuale di invalidità.

Per ulteriori informazioni sulle agevolazioni riservate ai disabili, leggi anche: “Ecco quali benefici economici gli invalidi civili possono ottenere, non tutti ne sono a conoscenza“.

Indennità di frequenza: quando scade?

L’obiettivo del contributo è quello di promuovere l’inserimento scolastico e sociale del minore disabile. Per tale ragione, è accordato solo se si dimostra la frequenza presso una scuola pubblica o privata oppure un centro ambulatoriale o di formazione.

Per verificare quanto dichiarato all’atto di presentazione della domanda, il genitore del beneficiario deve presentare, annualmente, un certificato di frequenza, in cui è indicata la data di inizio e quella della fine dell’attività svolta.

L’erogazione dell’indennità, quindi, avviene il mese successivo a quello dell’inoltro della domanda e, dopo, viene interrotta nel mese della conclusione delle attività. Poiché la maggior parte delle attività di scuole e centri si svolge da settembre fino a giungo/ luglio, la scadenza dell’indennità di frequenza cade, di solito, in questi due mesi estivi.

Infine, ad agosto o a settembre, prima dell’inizio della scuola o dell’iscrizione a centri riabilitativi o di formazione, si ripresenta la domanda per il riconoscimento dell’indennità di frequenza.

Come si rinnova la prestazione?

Per rinnovare la misura, prima che comincino le attività educative da svolgere, l’interessato deve presentare apposita domanda all’INPS. La richiesta si chiama “Ricostituzione per motivi documentali” e, in essa, bisogna specificare:

  • i redditi percepiti nell’anno precedente e in quello in corso;
  • l’iscrizione e la frequenza al nuovo anno scolastico, allegando l’attestato di frequenza.

È possibile inoltrare la domanda tramite il sito web dell’INPS, accedendo con le credenziali istituzionali (SPID, CIE o CNS), cliccando sull’icona “Domande di prestazioni pensionistiche”. In alternativa si può richiedere l’assistenza di un Caf o un patronato.

Infine, bisogna verificare se si è tenuti alla presentazione del cd. Modello ICRIC, che serve a specificare eventuali ricoveri del disabile titolare di indennità di frequenza.

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