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Pensioni

Come i coefficienti di trasformazione incidono sulla pensione: quando si prendono più soldi

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Cosa sono i coefficienti di trasformazione e come incidono sull’importo dell’assegno pensionistico? È il momento di fare chiarezza.

Andare in pensione più tardi non significa prendere più soldi. Tutto a causa dei coefficienti di trasformazione applicati.

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Conoscere il meccanismo di calcolo dell’assegno pensionistico permetterà di comprendere l’importo che si otterrà con riferimento ai parametri che concorrono al conteggio. Le variabili sono l’età del lavoratore al momento dell’uscita dal mondo del lavoro, i contributi maturati e il coefficiente di trasformazione applicato. I requisiti anagrafici e contributivi, dunque, sono accompagnati da un ulteriore fattore determinante nel calcolo della pensione soprattutto se si intende lasciare il lavoro anticipatamente.

Coefficienti di trasformazione, perché sono rilevanti

Il lavoratore che decide di uscire prima dal mondo del lavoro senza maturare i requisiti per ottenere la pensione di vecchiaia deve sapere che influiranno sul calcolo dell’assegno due elementi principali. Il numero dei contributi maturati e i coefficienti di trasformazione. Quest’ultimi sono parametri percentuali applicati ai contributi versati definiti dall’età del lavoratore. Più alta l’età, più il coefficiente è elevato ma occorrerà tenere conto degli aggiornamenti ISTAT sulle aspettative di vita che potrebbero comportare un assegno di importo inferiore a parità di età e contributi.

I parametri percentuali si applicano al montante contributivo e cambiano in base all’età del lavoratore che decide di andare in pensione. Come detto, l’ISTAT aggiorna tali coefficienti costantemente per adeguarli alle speranze di vita. A causa del Covid, le aspettative di vita odierne sono più basse rispetto a quelle del 2016/2018. Ciò significa che l’importo dell’assegno del 2022 sarà inferiore rispetto a quello di 6/4 anni fa anche a parità di contributi versati ed età anagrafica.

Quali sono i parametri definiti nell’ultimo aggiornamento

Il Ministero del Lavoro ha stabilito i coefficienti di trasformazione per il periodo tra il 1° gennaio 2021 e il 31 dicembre 2022 definendo una diminuzione compresa tra lo 0,33% lo 0,72% rispetto ai parametri del periodo precedente. Il range va dal 4,186% per i 57 anni di età al 6,466% per i 71 anni di età (qui l’elenco completo).

Riassumendo, conoscendo il montante contributivo e moltiplicandolo per il coefficiente di trasformazione da applicare e dividendo il risultato per 13 mensilità si potrà conoscere l’importo dell’assegno pensionistico. I parametri percentuali incideranno maggiormente (in modo negativo) sulle pensioni con sistema di calcolo puramente contributivo (contributi versati dal 1° gennaio 1996). Poniamo l’esempio di un montante contributivo di 330 mila euro e di 67 anni di età. La pensione percepita sarà di circa 1.400 euro mentre uscendo a 71 anni sarebbe di 1.600 euro e a 65 anni di 1.300 euro.

Le frazioni di mese e i coefficienti applicati

Nel calcolo delle pensioni è importante capire come si applicano i coefficienti in caso di frazioni di mese per la decorrenza della pensione stessa. Sarà necessario aggiungere al proprio parametro percentuale tanti dodicesimi quanti sono i mesi che passano tra il giorno del proprio compleanno e il mese in cui si lascerà il mondo del lavoro.

Per calcolare i dodicesimi occorrerà trovare la differenza tra coefficiente di trasformazione dell’età compiuta e quello dell’età di prossimo compimento.

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