La pensione con 30 anni di contributi non è un miraggio. C’è un’unica possibilità di uscita ma coinvolge un’ampia platea di lavoratori.
Il pensionamento anticipato prima del compimento dei 67 anni di età e con 30 anni di contributi maturati è possibile per chi svolge attività specifiche.
In Italia la pensione di vecchiaia si raggiunge con 67 anni di età e venti anni di contributi maturati. Poi ci sono gli scivoli pensionistici che permettono di uscire anticipatamente dal mondo del lavoro accettando, in diversi casi, un importo dell’assegno più basso. Inoltre, per abbandonare prima del tempo l’occupazione occorrerà aver maturato un numero importante di requisiti. Si pensi, ad esempio, a Quota 41 con requisito 42 anni di 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Poi c’è Quota 102 con 38 anni di contributi versati e Opzione Donna con 35. Un altro scivolo pensionistico è l’APE Sociale. Permette ai lavoratori precoci di andare in pensione con 41 anni di contributi e ai lavoratori di attività gravose con 36 (32 per ceramisti e lavoratori del settore edile).
All’interno di questa indennità che accompagna fino alla pensione di vecchiaia, però, troviamo anche la possibilità di uscire dal mondo del lavoro con 30 anni di contributi.
L’APE Sociale si rivolge agli invalidi con percentuale di disabilità superiore al 74%, ai lavoratori precoci, ai caregiver che assistono familiari invalidi da almeno sei mesi e ai lavoratori addetti a mansioni gravose. Sul portale dell’INPS si legge come i requisiti per poter lasciare il mondo del lavoro con questo trattamento siano 63 anni di età e 30 anni di anzianità contributiva ad eccezione delle categorie precedentemente citate.
Inoltre, condizione necessaria è chiudere ogni tipo di rapporto di lavoro sia da dipendente che autonomo che subordinato. Come accennato, infatti, l’APE Sociale non è una vera pensione ma un’indennità che accompagna il lavoratore fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia.
Pur rientrando tra i beneficiari dell’APE Sociale non tutti i lavoratori possono uscire dal mondo del lavoro con 30 anni di contributi. Gli edili, ad esempio, devono averne minimo 32 ma possono contare su un vantaggio diverso. Per gli addetti ai lavori gravosi non vale lo scatto di anzianità dei 67 anni per il raggiungimento della pensione di vecchiaia. Il requisito da rispettare è di 66 anni e 7 anni di età con 30 anni di contributi.
La scelta per questi lavoratori, dunque, è tra approfittare dei cinque mesi di uscita anticipata oppure aspettare i 67 anni in modo tale da aggiungere al montante contributivo i cinque mesi di lavoro in più.
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