Chi assiste un familiare disabile grave con legge 104 potrebbe chiedere la pensione anticipata anche se a figli a carico.
Molti sanno che la legge 104 tutela le persone con invalidità e i familiari che li assistono siano esse lavoratori o meno.
Da molti anni oramai la normativa previdenziale tutela i lavoratori che assistono un familiare con disabilità grave. Infatti, questi possono chiedere un pensionamento anticipato anche se hanno i figli a carico. Anzi assiste proprio una misura che consente al lavoratore di lasciare in anticipo il mondo del lavoro con delle condizioni più favorevoli. Si tratta dell’APE sociale.
Questa misura è rivolta soprattutto ai caregiver familiari, che possono ottenere con la legge 104 anche sconti e agevolazioni. Tra le agevolazioni la possibilità di andare in pensione in anticipo.
L’APE sociale è una misura pensionistica e assistenziale. Consente a chi assiste un familiare con disabilità grave di uscire dal mondo del lavoro a partire dai 63 anni di età. In realtà, si tratta di un assegno che accompagna il lavoratore fino alla pensione di vecchiaia che attualmente è a 67 anni.
Il caregiver per ottenere tale beneficio pensionistico deve possedere alcuni requisiti determinati, quali:
Non tutti i “parenti” che assistono i familiari disabili possono richiedere l’APE sociale perché si deve seguire un ordine di priorità. Ad esempio, l’invalido deve essere coniuge, parente di primo grado. Possono richiedere l’anticipo della pensione anche i parenti di secondo grado o affine al secondo grado, purché la persona con l’invalidità non abbia parenti stretti, coniuge o genitori con oltre 70 anni di età.
Requisito fondamentale è che il parente con disabilità e lavoratore che richiede l’APE sociale devono essere conviventi.
Come detto in precedenza, tale misura è conveniente anche se il lavoratore ha figli a carico. Infatti, per ogni figlio i contributi subiscono uno sconto, ovvero un anno in meno fino a un massimo di 3 anni.
Inoltre, si ricorda che chi fruisce di questa misura non avrà diritto alla tredicesima, ma neanche alla maggiorazione sociale, all’integrazione trattamento minimo e agli assegni familiari. Infine, l’assegno non può superare più di 1.500 euro mensile lordo e sarà garantito fino al compimento dei 67 anni.
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