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Glifosfato di nuovo sotto accusa, una ricerca dimostra i gravi danni al cervello, ecco quali malattie possono insorgere

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Cancro, effetti sul DNA e adesso anche danni al cervello. Gli ultimi studi sul Glifosfato confermano la pericolosità del noto erbicida.

E la notorietà di questa sostanza chimica non è certo in positivo. Sono davvero tanti anni che esperti di tutto il mondo allertano sulla pericolosità del Glifosfato. Ma sembra che nessuno “stia ad ascoltare”. Succederà almeno con i risultati dell’ultimo studio? La scoperta.

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Il Glifosfato, come sappiamo, è un erbicida usato tantissimo nelle coltivazioni. Fin dagli anni ’70. Se a quei tempi poteva esserci una non-conoscenza di possibili effetti dannosi, oggi non possiamo più ignorare i risultati di tantissime ricerche.

Molteplici realtà, esperti e ricercatori hanno prodotto “prove” che l’erbicida fa male alla salute umana. Nonostante questo, si continua a considerare questa sostanza chimica “non pericolosa” e l’autorizzazione al suo utilizzo viene prorogata di anno in anno. E parliamo di Europa, non di Paesi sottosviluppati.

Solamente negli Stati Uniti ogni anno gli agricoltori usano oltre 113 milioni di chilogrammi di Glifosfato

Sembra che i risultati dei vari studi scientifici non abbiano abbastanza “potere di convincimento” presso le autorità che devono decidere se il Glifosfato vada bandito o meno. Come ad esempio Efsa e Echa. Ma forse l’ultima ricerca porterà quel tassello in più che permetterà di valutare meglio le conseguenze sulla salute derivanti dall’uso dell’erbicida.

Il Glifosfato causa danni al cervello, la scoperta

Le malattie neurodegenerative stanno aumentando sempre più in tutto il mondo. Gli scienziati sanno che il loro scaturire può essere dato da predisposizioni genetiche. Ma anche da determinati stili di vita e contatto con sostanze nocive.

E il Glifosfato è una di quelle sostanze ritenute responsabili di causare gravi danni alla salute. Soprattutto di chi vi entra in contatto diretto. Ovvero gli addetti alle coltivazioni che provvedono a spargerlo. Ma se queste persone sono le più esposte, anche i consumatori finali rischiano. Perché la sostanza rimane nel prodotto finito. E colpisce l’organismo tramite ingestione.

Certo parliamo di tracce esigue, e sempre nei limiti stabiliti dalla Legge. Però gli effetti di una costante e prolungata esposizione a sostanze come il Glifosfato può causare danni importanti alla salute. Eppure, gli studi che sostengono questo, non sono considerati abbastanza esaustivi.

L’ultimo studio, però, sembra non lasciare adito a dubbi. Si tratta di una ricerca effettuata dall’Arizona State University, i cui risultati sono stati pubblicati su Journal of Neuroinflammation.

La sperimentazione ha riguardato i ratti. Hanno “ricevuto” dosi di Glifosfato pari a quelle di chi lavora nei campi e lo utilizza. Senza scendere in dettagli tecnici difficilmente comprensibili ai non addetti, riportiamo alcuni passaggi dello studio.

La nostra analisi ha rivelato che il Glifosfato si è infiltrato nel cervello in modo dose-dipendente e ha sovraregolato il TNFα sia nel plasma che nel tessuto cerebrale dopo l’esposizione. […] questi risultati mostrano per la prima volta che il Glifosfato si infiltra nel cervello, eleva sia l’espressione di TNFα che di Aβ solubile e interrompe il trascrittoma in modo dose-dipendente, suggerendo che l’esposizione a questo erbicida può avere esiti dannosi sulla salute di la popolazione generale“.

In particolare sono emerse correlazioni con danni al cervello che innescherebbero malattie come la demenza e l’Alzheimer. E molte altre, visto che il punto comune tra tutte è un’infiammazione importante all’origine.

(le informazioni presenti in questo articolo hanno esclusivamente scopo divulgativo e riguardano studi scientifici pubblicati su riviste mediche. Pertanto, non sostituiscono il consulto del medico o dello specialista, e non devono essere considerate per formulare trattamenti o diagnosi)

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