La Corte di Cassazione ha chiarito l’esatta decorrenza della pensione di reversibilità, nel caso di morte di un genitore. Scopriamola.
La pensione di reversibilità decorre dal giorno di presentazione della domanda oppure dal mese successivo al decesso?
La pensione di reversibilità è un mezzo di sostegno pensionistico, rivolto ai familiari superstiti di un pensionato (o di un lavoratore) deceduto. Hanno diritto alla prestazione: il coniuge o il soggetto unito civilmente al deceduto ed i figli.
L’erogazione, tuttavia, non riguarda tutti i figli, ma solo i minorenni, gli inabili al lavoro (indipendentemente dall’età) a carico del genitore, i maggiorenni che studiano e non lavorano, minori di 26 anni.
La Cassazione civile, tramite l’Ordinanza 8 giugno 2022, n. 18400, ha, finalmente, stabilito il termine corretto per l’inizio della pensione di reversibilità, introdotto per assicurare la continuità di mantenimento ai superstiti della persona che muore.
I giudici hanno sottolineato che, nell’ipotesi di morte di un genitore con un figlio inabile a carico, il figlio ha diritto alla prestazione a partire dal mese successivo all’evento e non dal momento in cui viene inoltrata la domanda all’INPS.
La vicenda sottoposta all’attenzione della Corte ha come protagonista un figlio, inabile al lavoro e sprovvisto di reddito. Dopo il decesso della madre, con la quale conviveva, presenta all’INPS la domanda per richiedere la pensione di reversibilità della donna.
L’Istituto accorda la prestazione; tuttavia, la fa decorrere solo dalla data di presentazione dell’istanza, nonostante l’interessato ritenga che la decorrenza spetti dal mese successivo al decesso.
La Suprema Corte di Cassazione avvalora la tesi del ricorrente. Gli Ermellini, dunque, chiariscono che, nel caso di morte di un pensionato, il figlio maggiorenne inabile che è carico del defunto, in quanto superstite, ha diritto all’erogazione, da parte dell’INPS, della pensione di reversibilità. Inoltre, l’assegno pensionistico deve essere versato a partire dal mese successivo a quello del decesso del parente; dunque, non ha alcuna importanza la data di invio della richiesta per ottenere la prestazione.
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La Cassazione non ha fatto altro che ribadire un principio già diffuso nel settore previdenziale privato, soprattutto presso la Cassa Forense.
La Legge di Riforma del sistema previdenziale forense del 1980, infatti, stabilisce che nel caso di pensioni ai superstiti, pensioni di reversibilità e pensioni indirette, gli assegni pensionistici hanno decorrenza a partire dal primo giorno del mese successivo a quello in cui è intervenuta la morte.
Tale normativa, inoltre, sottolinea che le prestazioni sono versate su domanda degli interessati, ma la presentazione della stessa non incide in alcun modo sulla decorrenza. La Cassa Forense, infatti, non procede ad accertamenti d’ufficio e, dunque, la domanda ha il solo scopo di consentire alla Cassa di attivarsi per verificare se il richiedente ha diritto all’erogazione della misura.
In ogni caso, però, la decorrenza della pensione dipende unicamente dalla data del decesso del genitore.
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