I buoni pasto sono dei ticket di pagamento forniti dal datore di lavoro ai dipendenti per fruire dei servizi di mensa o per acquistare pasti o prodotti alimentari.
I buoni pasto mettono in agitazione i commercianti. Presto nessuno accetterà più i ticket: a rischio tutti i lavoratori.
Ma potrebbe esserci una svolta: il corrispettivo potrebbe essere versato direttamente sul conto corrente del lavoratore.
I lavoratori dipendenti oltre allo stipendio potrebbero beneficiare un’altra entrata economica rappresentata dai buoni pasto.
Questi sono dei “biglietti” utilizzati per l’acquisto di prodotti alimentari. le famiglie li utilizzano per pagare la spesa settimanale.
Però sono sempre meno i commerciati che li accettano. Il motivo sono le commissioni. Di solito, queste oscillano tra il 10 e il 20% del valore del buono. Quindi, abbastanza alte. Ad esempio, su una spesa pari a 10 euro, un esercente alla fine incassa solo 8 euro.
Di conseguenza, i commercianti hanno deciso di non accettare più i buoni come forma di pagamento. I lavoratori rischiano di perdere, oltre che una possibilità di risparmio anche i soldi.
Per questa ragione Altroconsumo, associazione dei consumatori, ha proposto una modifica alla normativa dei buoni pasto. In pratica, avrebbe proposto al governo di consentire di versare il corrispettivo economico del buono direttamente in busta paga. Senza fare perdere i benefici fiscali ai datori di lavori.
Infatti, secondo la normativa vigente, le aziende che acquistano i buoni pasto possono dedurre l’intero importo su cui si pagano IRES (Imposta sul reddito delle società) e IRAP (Imposta regionale sulle attività produttive).
Corrispondere il buono pasto direttamente nel cedolino dello stipendio potrebbe essere una svolta importante.
Non resta che attendere e vedere se la proposta di Autoconsumo sia presa in considerazione. Qualora in governo l’accettasse questa sarebbe un’ottima soluzione che accontenta sia in datori di lavorio sia i lavoratori.
In caso contrario, i lavoratori dovranno continuare a lottare contro la difficoltà di vedersi negato il pagamento della spesa con un buono pasto.
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