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Economia

Fare pipì in mare è un comportamento diffuso, ma cosa si rischia? La risposta è davvero inaspettata

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È un’azione molto diffusa al mare eppure potrebbe non essere così innocua come si può pensare. Di cosa stiamo parlando?

Quasi tutti hanno, almeno una volta nella vita, fatto la pipì in acqua mentre erano a mare. Ma tale atteggiamento è del tutto consentito o comporta qualche rischio?

Foto Canva

Anche se sono pochi quelli che lo ammettono, a molte persone sarà capitato di dare sfogo ad un bisogno fisiologico proprio nel bel mezzo di una nuotata. Urinare in acqua, infatti, è un comportamento molto comune, non solo per i bambini. Esiste, tuttavia, un divieto a tale atto?

Mare: è reato urinare in acqua?

Durante una passeggiata o un viaggio, sarà sicuramente capitato a tutti di appartarsi per fare la pipì. Il problema, però, è stabilire il confine tra lecito ed illecito, quando si decide di urinare in un luogo pubblico. Bisogna, in realtà, capire se la condotta integra un reato o un semplice illecito amministrativo.

Urinare per strada è sempre stato considerato un reato, rientrante negli “atti contrari alla pubblica decenza”, che poteva comportare anche il reato di danneggiamento ed imbrattamento di cose altrui.

Nel 2016, però, gli atti osceni in luogo pubblico e quelli contrari alla pubblica decenza sono stati depenalizzati. Dunque, il gesto è ora considerato un semplice illecito amministrativo, punito con una sanzione pecuniaria, di importo compreso tra i 51 ed i 309 euro (ai sensi della sentenza della Corte Costituzionale n. 95/2022).

Potrebbe interessarti anche: “Autostrada: occhio, questo gesto molto diffuso potrebbe avere delle conseguenze gravi con forti sanzioni“.

Esiste giustificazione?

Urinare in un luogo pubblico, dunque, non è reato ma integra un illecito amministrativo. Tuttavia, nel caso in cui si venisse colti in flagrante, non si potrebbe evitare la sanzione. L’urgenza dell’atto, infatti, non costituisce giustificazione. Ognuno dovrebbe essere in grado di controllare i propri bisogni fisiologici in tempo, senza ricorrere a gesti così estremi, che potrebbero offendere il pudore altrui.

Per tale ragione, anche coloro che soffrono di problemi all’apparato urinario, non possono appellarsi alla malattia, a meno che non siano in possesso di uno specifico certificato medico che documenti l’impossibilità di “trattenersi”.

Si può, dunque, urinare in un qualsiasi luogo pubblico solo nelle ipotesi più gravi e sempre e solo se non vi siano, nelle vicinanze, luoghi appositi dove espletare i propri bisogno (bagni pubblici, bar, ristoranti, ecc.). Se, però, si viene scoperti e multati, è possibile fare opposizione davanti al giudice di pace entro 30 giorni dal ricevimento della sanzione. Ma, per evitare la condanna, bisogna possedere delle buone motivazioni, opportunamente certificate.

Fare la pipì a mare inquina l’ambiente?

Oggi fare la pipì in un luogo pubblico rientra tra gli “atti contrari alla pubblica decenza” e costituisce illecito amministrativo. Ma, a meno che non ci si tolga il costume, tale problema in mare non sussiste. Per capire se tale comportamento è lecito, bisogna chiedersi se la pipì inquina o meno.

Contrariamente a quanto si possa pensare, urinare in mare non solo non è vietato dalla legge, ma non è da considerarsi un gesto in grado di danneggiare l’ambiente.

Secondo gli studiosi dell’American Chemical Society, sarebbe addirittura benefico per l’ecosistema. La composizione di urina e di acqua di mare è, infatti, molto simile. L’urina è composta per circa il 95% da acqua e contiene sodio e ione cloruro. Allo stesso modo, l’acqua del mare è formata dal 96,5% da acqua, sodio e ione cloruro, anche se in concentrazione maggiore. Entrambe, poi, contengono potassio.

Secondo la scienza, dunque, l’urina non potrebbe alterare negativamente l’acqua marina.

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