I permessi legati alla Legge 104 prevedono delle regole da rispettare per non rischiare richiami o, peggio, il licenziamento per giusta causa.
Assistere un familiare richiedendo permessi retribuiti è possibile ma attenzione a non violare le direttive o si rischia grosso.
I caregiver che si occupano di familiari con disabilità possono richiedere dei permessi a lavoro per assistere la persona in questione. Esiste una normativa che si occupa di definire i criteri che disciplinano i permessi stessi nella misura delle ore di assistenza e delle attività consentite durante l’assenza dal posto di lavoro. Violare la legge significa incorrere in gravi conseguenze, anche il licenziamento per giusta causa. Per evitare di mettere in atto un abuso inconsapevolmente (o volontariamente) è il caso di conoscere le direttive in modo tale da evitare una denuncia per truffa.
Per capire come agire con riferimento ai permessi della Legge 104 occorre spulciare tra le sentenze che nel corso degli anni sono state emesse in Tribunale. Numerose cause hanno visto protagonisti, infatti, da una parte lavoratori fruitori del beneficio (poi licenziati) e dall’altra parte datori di lavoro che si sono sentiti raggirati dai dipendenti per un uso illegittimo dei permessi.
Dato che la normativa non è totalmente esplicita si è arrivati a definirne alcuni aspetti proprio analizzando le sentenze degli ultimi anni. Iniziamo puntualizzando le ore da prestare per l’assistenza al familiare disabile. In caso di permesso, il lavoratore non ha l’obbligo di passare tutte le ore insieme all’assistito – questa direttiva è stata abolita anni indietro – ma può impiegare del tempo per occuparsi di questioni personali. La Legge 104, dunque, si è evoluta dopo aver accertato che i caregiver hanno meno tempo in generale per occuparsi di sé dato che devono riservare parecchie ore della giornata e spesso della notte all’accudimento del familiare. L’importante è non eccedere riservando poche ore alle questioni private e il resto del tempo all’assistito.
Le ore di permesso con la Legge 104 non devono necessariamente coincidere con l’orario di lavoro. Iniziare a lavorare alle 8.30 non significa dover andare dal familiare o iniziare l’assistenza alle 8.30 in punto. Il lavoratore può avvalersi di una certa flessibilità rispettando comunque la condizione di trascorrere la maggior parte del tempo della giornata con la persona di cui ci si deve prendere cura. Il permesso, infatti, non è un giorno di riposo in cui fare una gita fuori porta, andare in palestra o al mare per rilassarsi. Questi comportamenti rappresentano un abuso del beneficio e il datore di lavoro ha la possibilità di richiedere il licenziamento per giusta causa del dipendente. Sarà compito del tribunale, poi, stabilire se il comportamento messo in atto dall’accusato è stato talmente grave da meritare tale punizione oppure no.
Un supporto economico poco noto ma potenzialmente decisivo per molte famiglie italiane: scopri come ottenere…
Il sistema pensionistico italiano prevede varie misure che permettono di accedere alla pensione ma alcune…
Bonus condizionatori 2025: detrazioni fino al 65% per chi installa impianti efficienti. Requisiti, limiti e…
Fino a 800 euro al mese per sei mesi: l’INPS riattiva il sostegno ai lavoratori…
Alla domanda se oggi i Buoni del Tesoro poliennali, abbiamo esaminato il rendimento di vari…
I familiari che assistono le persone con disabilitĂ sono tutelati dalla Legge 104 dell'anno 1992. L'INPS…