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Economia

Superbonus 110%, le piccole imprese edili dicono “no” allo sconto in fattura: i motivi del categorico rifiuto

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Le piccole imprese edili sono contrarie allo sconto in fattura. Rappresenta un problema piuttosto che una soluzione di sviluppo e il rischio di perdere soldi è elevato.

Il Superbonus presenta un’altra falla nel sistema che coinvolge le piccole imprese edili. Lo sconto in fattura non aiuta anzi, aumenta il rischio di debiti.

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Ristrutturare casa e procedere con la riqualificazione energetica utilizzando il Superbonus 110% che consente di richiedere lo sconto in fattura oppure la cessione del credito. Un ottimo piano sia per i cittadini che per le imprese edili.

L’intenzione del Governo era proprio quella di dare un nuovo input al settore dopo i mesi di stallo dovuti all’emergenza pandemica. Purtroppo le direzioni prese dalla misura si sono allontanate dall’obiettivo e hanno causato molte problematiche sia tra i contribuenti che tra le imprese. Molte aziende costruttrici si sono ritrovate con molti debiti da pagare, hanno assunto nuovo personale per poi ritrovarsi con cantieri bloccati o mai avviati. Il problema principale nasce proprio dalla modalità di utilizzo della misura stessa con lo sconto in fattura, la cessione del credito e i soldi del credito d’imposta mai erogati.

Piccole imprese edili, i guai con il Superbonus 110%

L’idea iniziale non era sbagliata con lo sconto in fattura o la cessione del credito per spingere i cittadini a ristrutturare nell’ottica di una riqualificazione energetica facendo risollevare contemporaneamente il settore edile. Qualcosa, però, è andato storto e le piccole imprese si sono ritrovate senza i soldi del credito d’imposta, con Poste Italiane che ha deciso di non assorbire più i crediti d’imposta e le banche che si sono tirate fuori dall’operazione.

Tra i principali problemi rilevati, poi, l’impossibilità di una comunicazione diretta con una persona esperta e qualificata. L’inoltro dei documenti è telematico, la procedura si svolge online e ogni volta vengono chiesti sempre più dati e documenti. Un iter infinito senza interlocutore dove le domande aumentano e le risposte languono. Le piccole imprese si sono ritrovate, così, in un vortice senza la speranza di potersi fermare e di essere aiutate da una Stato che ha lasciato tutto nelle mani delle banche che poco si curano degli interessi dei contribuenti. Anzi, di interessi ne chiedono in abbondanza alle imprese per pagare somme che in realtà non avrebbero dovuto versare.

Le previsioni si sono avverate

L’impresa che si fa carico del credito d’imposta del cliente, perplessità su questo tipo di operazione ci sono state fin dall’inizio ed ora le previsioni sono state confermate. Il sistema favorisce solamente le grandi aziende costruttrici mentre le piccole imprese affrontano da sole tutti i rischi di uno strumento che presenta tanti svantaggi e pochi vantaggi soprattutto se la gestione non va come previsto.

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