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Pensioni, gli aumenti di giugno “inghiottiti” dai ritocchi delle addizionali comunali e regionali? Cosa succederà a breve

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Tra pochissimo, molti cittadini potranno vedere gli aumenti di giugno nelle pensioni. Un “regalo” che purtroppo riserva un “ma”.

A breve le pensioni degli italiani saranno più ricche. Dopo giugno, arriverà anche il famoso Bonus da 200 Euro, che cumulato con la 14ma porterà un po’ di sollievo nei portafogli. Per qualcuno sarà automatico, altre categorie di lavoratori invece sono ancora in attesa di sapere come richiedere il Bonus.

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Tornando all’aumento previsto a giugno invece, ci sono due notizie: una buona e una meno buona. Chi ha le credenziali ed è in possesso di SPID o CIE potrà già controllare il cedolino, gli importi e le variazioni già da oggi. Direttamente sul sito dell’INPS. Altrimenti dovrà attendere il versamento della pensione che avverrà, come sempre, entro i primi giorni del mese di giugno. In ordine alfabetico.

“Sorpresa” Pensioni, gli aumenti di giugno “fagocitati” dai ritocchi IRPEF e addizionali?

Tra pochissimo i pensionati potranno vedere con i propri occhi l’aumento previsto per giugno 2022. In pratica, si tratta del ricalcolo dell’Assegno in base ai dati raccolti sull’Inflazione dall’Istat. Oggi, siamo intorno ad un +1,9% del totale.

Naturalmente sono previsti degli scaglioni, a seconda dell’importo della pensione stessa, ovvero: +1,90% per chi prende fino a 2.6062,32€mensili; +1,73% per chi percepisce da 26062,33€ a 2.577,90€ mensili e un +1,47% per tutti gli altri importi.

La brutta notizia, però, è che questo 1,90% non verrà versato intero. Al momento, coloro cui spetta il ricalcolo vedranno “solamente” un +1,70%. Questo perché il Governo è in attesa degli stanziamenti (che arriveranno probabilmente nel 2023) che gli permetteranno, a gennaio dell’anno nuovo, di versare ciò che manca.

E non è tutto perché in arrivo sono previsti aumenti sulle addizionali che potrebbero di fatto “annullare” il maggior introito di giugno. Come sappiamo, l’importo finale è stabilito da ogni singolo Comune e Regione e varia anche in base al reddito. Per fare alcuni esempi, il pensionato che vive in Piemonte paga un’addizionale IRPEF del 2,13%, mentre chi risiede in Lombardia può trovare addebiti ulteriori anche fino a un +1,58%.

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